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Home›Commercio›Federdistribuzione comincia a calare le carte, brutte carte

Federdistribuzione comincia a calare le carte, brutte carte

By master
26 Giugno 2014
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Nell’incontro di oggi 26 giugno Federdistribuzione ha esordito dichiarando la sua volontà di utilizzare l’incontro di oggi e di domani per entrare nel merito dei 4 punti di snodo della trattativa indicati nell’incontro del 23 giugno (Mercato del lavoro, Bilateralità, Deroghe e Produttività) per vedere se attraverso il reciproco approfondimento delle posizioni può divenire possibile prevedere di giungere alla definizione di primi testi, non escludendo a tal fine la realizzazione di passaggi in ristretta.

Per quanto concerne il mercato del lavoro Federdistribuzione ha confermato che le recenti modifiche delle normative in materia di contratti a termine sono da essa valutate positivamente, in particolare per quanto attiene l’abolizione delle causali per il ricorso a questa tipologia d’impiego, lamentando altresì il permanere di disposizioni sanzionatorie pesanti. Di conseguenza ha dichiarato che ritiene necessario intervenire innanzitutto sulla base di calcolo utilizzata a riferimento della percentuale massima di ricorso ai contratti a termine. In primo luogo inserendo anche gli apprendisti oltre ai lavoratori a tempo indeterminato, poi prendendo a riferimento il numero complessivo dei lavoratori occupati presso l’azienda sull’intero territorio nazionale ed elevando la percentuale al 25% dall’attuale 20%, mentre nelle unità produttive di piccole dimensioni il numero di contratti a termine assumibili contemporaneamente dovrebbe essere innalzato a 6 nelle unità produttive fino a 15 dipendenti e a 10 nelle unità produttive da 16 a 30 dipendenti, mentre andrebbero esclusi dal computo, oltre ai contratti a termine stipulati per esigenze di sostituzione e alle condizioni particolari riconosciute per l’avvio di nuove attività, anche tutte le assunzioni con contratto a termine di lavoratori con meno di 25 e più di 55 anni di età. Gli stessi riferimenti dovrebbero essere applicati per i lavoratori interinali a tempo determinato, e la percentuale complessiva tra contratti a termine e lavoratori interinali nelle loro intenzioni dovrebbe salire al 35% dall’attuale 28%. Quanto all’apprendistato, inoltre, Federdistribuzione ha chiesto di stabilire una nuova percentuale di conferma in termini intermedi tra la legge (20%) e il contratto (80%), ossia del 40% e di passare a un rapporto tra lavoratori qualificati e apprendisti di 3 a 2.

Come UILTuCS abbiamo esordito richiamando la dichiarazione fatta da Federdistribuzione in ordine alla sua volontà di operare esclusivamente degli aggiustamenti e correzioni all’impianto del vigente CCNL, chiedendo di entrare nel merito delle parti che non si intenderebbe modificare giacché riterremmo utile sgombrare il campo dall’impressione che in realtà s’intenda intervenire sui pilastri portanti del contratto, richiamando in particolare gli Artt. 118-153 (orario di lavoro) e 190-208 (salario). Abbiamo quindi rimarcato che i punti trattati da Federdistribuzione hanno accuratamente evitato di fornire risposta alcuna ai 5 temi presenti nella piattaforma rivendicativa. Quanto al merito, abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a chiarire che il riferimento per l’applicazione della percentuale include anche gli apprendisti, come del resto desumibile dalle norme di legge vigenti, ma nel contempo abbiamo affermato la nostra indisponibilità ad accettare gli interventi proposti in tema di percentuale di contratti a termine, esclusioni dal computo e base di calcolo di riferimento, che non potrebbero non determinare un’ulteriore ed insostenibile precarizzazione dei rapporti di lavoro e risultare per di più assolutamente incontrollabili avendo a riferimento il numero complessivo degli occupati in azienda nell’intero territorio nazionale, per di più esautorando in tal modo il secondo livello di contrattazione dalle competenze oggi assegnategli dal CCNL su questo tema. Unica disponibilità che abbiamo espresso è stata nell’escludere dal computo della percentuale contratti a tempo determinato prolungati destinati specificatamente a lavoratori di difficile ricollocazione per ragioni di età (disoccupati con più di 55 anni) o perché giovani che hanno completato un periodo di apprendistato con il conseguimento della qualifica professionale ma senza essere stati confermati a tempo indeterminato, e che in ragione di ciò non possono più accedere a questo strumento di reclutamento. Per quanto attiene la percentuale di conferma degli apprendisti, alla luce del fatto che la norma di legge concede alle aziende con più di 50 dipendenti il rispetto di una percentuale del 20% indipendentemente dalla percentuale maggiore eventualmente fissata dal CCNL, abbiamo replicato chiedendo se Federdistribuzione sarebbe disposta a prevedere nel contratto delle penalizzazioni contrattuali per le aziende che si limitassero ad applicare la sola percentuale di legge e non quella superiore eventualmente prevista dal contratto. Abbiamo infine chiarito che – allo stato della trattativa – prevedere passaggi in ristretta ci risulta assolutamente prematuro.

Federdistribuzione ha a questo punto proposto di adottare come base di riferimento per le assunzioni con contratto a termine e interinali non più i dipendenti dell’azienda sull’intero territorio nazionale ma solo nella provincia, con parallela fissazione della percentuale massima di ricorso a tali tipologie d’impiego nel 50% dell’organico. Ha precisato che per lei la percentuale di conferma degli apprendisti al 40% andrebbe applicata anche nelle aziende con meno di 50 dipendenti (fenomeno di sicuro marginale data la loro base associativa), senza dire nulla circa l’ipotesi da noi formulata di prevedere sanzioni contrattuali per chi si limitasse ad applicare la percentuale prevista dalla legge invece di quella eventualmente stabilita dal contratto. Ha chiarito che non intende intervenire in materia di diritto di precedenza a fronte di nuove assunzioni per i contratti a termine, come richiesto dalla piattaforma; che non era interessata a definire norme speciali per facilitare l’inserimento con un contratto a termine “prolungato” degli appartenenti alle fasce cosiddette “deboli” del mercato del lavoro, come da noi proposto, e che le occorrevano ulteriori delucidazioni circa le richieste di piattaforma in tema di appalti.

Avendo fornito le delucidazioni richieste su quest’ultimo punto, come UILTuCS abbiamo ribadito che le nuove proposte avanzate in materia di contratti a termine (riferimento provinciale, 50% come percentuale di utilizzo eccetera) continuano ad essere per noi inaccettabili.

A seguito di ciò Federdistribuzione ha manifestato la sua volontà di entrare nel merito delle questioni concernenti la bilateralità, ribadendo le posizioni espresse in occasione dell’incontro del 23 giugno passato, per altro già sostenute in occasione degli incontri svoltisi nei mesi passati. Tralasciamo di dettagliare in questa sede le proposte che Federdistribuzione ha formulato, che non si discostano da quelle già note, limitandoci a cogliere un aspetto nuovo: relativamente al Fondo di previdenza integrativa (Fon. Te) e al Fondo interprofessionale per la formazione continua (For. Te) Federdistribuzione ha dichiarato la sua disponibilità a non fuoriuscire dai fondi esistenti a condizione che le parti socie di tali Fondi (ossia la Confcommercio e le Organizzazioni Sindacali) operino al fine di permetterle di esercitare al loro interno una propria rappresentanza autonoma.

Come UILTuCS abbiamo ribadito innanzitutto che la bilateralità è un di cui del contratto e che per noi deve essere affrontata solo dopo che sarà stata definita una soluzione condivisa del rinnovo del contratto medesimo, di cui è una coda e un frutto, non una precondizione. Abbiamo inoltre ribadito che la proliferazione delle sedi della bilateralità non ci affascina e che non siamo disposti a barattare anche un solo euro di incremento salariale per questo motivo. Abbiamo sottolineato che tutte le ipotesi formulate da Federdistribuzione ci sembrano comunque di difficile realizzazione, oltre che premature e in gran parte non condivisibili, anche in considerazione della dichiarata volontà delle OO. SS. di non procedere ad un’ulteriore frammentazione delle sedi della bilateralità quali quelle indicate, di cui esse rappresentano solo una delle parti socie, e richiamando tra l’altro l’attenzione sulla circostanza che l’adesione al Fondo di previdenza integrativa delle aziende è derivata dell’adesione dei lavoratori al Fondo di fonte contrattuale e non viceversa, qualsiasi sia il fondo avente tali caratteristiche.

Le Parti si sono pertanto aggiornate a domani, 27 giugno, con inizio alle ore 10, allorché dovrebbero essere affrontati da Federdistribuzione i temi delle deroghe e degli interventi sulla produttività.

Foto: donnaclick.it

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