H&M, welfare: firmato accordo integrativo
È stato sottoscritto l’accordo “sull’organizzazione del lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro”, al termine di un lungo confronto con la Direzione H&M.
L’intesa delinea alcune regole generali su questi temi che dovranno trovare applicazione nell’ambito del confronto a livello di punto vendita.
Si tratta, in buona parte, di indirizzi cui riferirsi e la cui concretizzazione è sicuramente da verificare: esempio in tal senso è la previsione di “un’equa alternanza dei turni di chiusura e di apertura del singolo punto vendita”; analogamente, l’impegno “a garantire il maggior numero possibile di riposi coincidenti con la domenica” scaturisce dalla prassi consolidata di concessione di almeno una domenica libera al mese (in qualche filiale però se ne riconoscono due).
Nel caso del buono pasto, viene solo ratificata formalmente la prassi già in uso in azienda.
In tema di diritti sociali sono stati ottenuti importanti benefici che rispondono alle vare casistiche indicate.
È opportuno valutare l’accordo alla luce delle caratteristiche occupazionali (giovani ed elevato turn over) e della rappresentatività sindacale che vede la nostra organizzazione in posizione minoritaria.
In parallelo, l’azienda si contraddistingue per una scarsa predisposizione alle relazioni sindacali in generale e che impedisce un reale confronto per la definizione di accordi a livello di punto vendita, in particolare.
Si pensi, a tal proposito, che qualche minuto dopo la firma dell’intesa l’azienda ha diffuso una comunicazione a tutti i lavoratori in cui ha annunciato i contenuti nella parte relativa al welfare come una propria iniziativa, senza alcun riferimento alla natura di “accordo sindacale”.
Si tratta, quindi, di cogliere l’occasione dell’intesa quale strumento per tentare la costruzione di una presenza sindacale e avviare il percorso, tenuto conto del contesto descritto.
Filcams, Fisascat e UILTuCS ritengono utile condividere il documento relativo alla campagna internazionale contro le condizioni di sfruttamento poste in essere nelle fabbriche estere in cui sono confezionati i prodotti venduti da H&M: malgrado le dichiarazioni di impegno sociale, si dimostra che le violazioni dei diritti umani e dei lavoratori sono sistematiche, come purtroppo avviene spesso da parte delle catene multinazionali.
Scarica il documento sulle condizioni di sfruttamento nelle fabbriche estere di abbigliamento della campagna “Abiti puliti”.