Licenziamenti Conbipel, accordo rinviato
Si è svolto in data 6 aprile l’incontro sindacale nazionale relativo alla procedura di licenziamento collettivo L 223/91 aperta da Conbipel.
L’azienda ha informato i sindacati che a oggi è previsto un contratto di solidarietà per i punti vendita di Novara. Il confronto territoriale in merito si terrà nei prossimi giorni e la sottoscrizione locale di un accordo per tale contratto porterà alla esclusione dall‘attuale procedura di tutti gli esuberi novaresi.
Inoltre i sindacati sono stati informati che Castelvetro Piacentino chiude oggi al pubblico e che alle lavoratrici è stato offerta una possibile ricollocazione nella nuova apertura a Cesano Boscone (MI).
Tale possibilità risulta però difficilmente percorribile vista l’estrema distanza tra i due punti vendita.
Per quanto riguarda i punti vendita di Palladio e Montecchio Conbipel ha prospettato quale possibile ricollocazione il negozio nuovo di Bassano che accoglierà in giugno gli occupati del vecchio punto vendita, ma che, nonostante ciò, necessita di ulteriore personale sia a tempo indeterminato che a tempo determinato.
Ovviamente le organizzazioni sindacali di categoria hanno condiviso che l’accoglimento volontario di tali opportunità non pregiudicano altre possibili scelte come ad esempio uscire dall‘azienda a seguito della non opposizione al licenziamento accompagnata da un incentivo economico.
A tale proposito Filcams, Fisascat e UILTuCS con forza hanno chiesto quale condizione per firmare l’accordo di chiusura della procedura un incentivo esattamente uguale a quello sottoscritto dall‘azienda nell‘ultimo accordo inerente una procedura di licenziamento collettivo e precisamente l’accordo del giugno 2016.
Ciò anche alla luce della riforma degli ammortizzatori sociali che è nel frattempo intervenuta limitando fortemente le possibilità in caso di chiusura di attività.
Purtroppo Conbipel ha negato tale possibilità dichiarando di fare riferimento a accordi del 2014 che prevedevano un incentivo più basso ma che conviveva con la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione guadagni.
I sindacati hanno ritenuto tale posizione aziendale molto insufficiente e ingiustificabile visto che nel 2018 comunque già con la proposta sindacale i lavoratori licenziati avranno un trattamento inferiore, vista la cancellazione degli ammortizzatori sociali nel settore.
L’incontro si è quindi concluso con un nulla di fatto e con una disponibilità dei sindacati a reincontrare l’azienda qualora ripensasse alla propria insufficiente proposta in favore del mantenimento delle condizioni realizzate nel 2016.