Limoni, continua il confronto su occupazione e ammortizzatori sociali
Si è tenuto il 27 marzo 2015 l’incontro con la società Limoni Profumerie relativo alla situazione occupazionale della catena di negozi e al quadro degli ammortizzatori sociali in essere.
L’incontro è stato utile all’esame congiunto delle procedure di riduzione del personale ex art 4 e 24 avviate dall’azienda: quella del 10 febbraio 2015 relativa al personale appartenente ai negozi chiusi nel 2014 per il quale si sta esaurendo il periodo di cigs di 12 mesi per cessazione attività e quella avviata il 10 marzo 2014 relativa ai negozi la cui chiusura è prevista a partire da maggio 2015.
La società ha illustrato i dati relativi all’andamento delle vendite, affermando che le iniziative intraprese nel corso del 2014 hanno consentito il raggiungimento di un EBITDA leggermente positivo nei primi mesi 2015.
Nonostante questo la rete presenta ancora criticità, con pdv non sostenibili economicamente e con la permanenza di esuberi sugli altri punti vendita. In particolare la società conferma la presenza di livelli contrattuali e contratti individuali non in linea con il modello organizzativo previsto, che non consentirebbero il raggiungimento degli obiettivi di produttività.
Le organizzazioni sindacali hanno registrato unitariamente difficoltà sul territorio relativamente alle ricollocazioni temporanee avvenute. L’azienda dichiara infatti di non essere nelle condizioni di trasformare i contratti temporanei in definitivi, per quanto riguarda le sostituzioni di personale che ha il diritto alla conservazione del posto si è resa disponibile a confermare le ricollocazioni che risultano in sostituzione strutturale di organico.
In tal senso, è stato chiesto un dettaglio di tutte le posizioni con tutte le informazioni utile all’esame dei casi. Rispetto alla procedura del 10 marzo, si è preso atto dell’impossibilità di applicare la cigs per cessazione attività, soppressa per le recenti modifiche legislative.
Le iniziative sulla rete presenti nell’accordo 2014 sono state in parte disattese. I sindacati hanno espresso preoccupazione relativamente alla scelta dell’azienda, ormai evidente, di puntare solo su alcuni tipi di negozi (grandi metrature in centri urbani medio grandi) lasciando il resto della rete senza un progetto commerciale solido. Di conseguenza, i rappresentanti dei lavoratori hanno dichiarato la difficoltà a gestire un percorso di sole chiusure e ridimensionamento della rete, chiedendo un confronto sul piano industriale complessivo.
L’azienda non è stata in grado di fornire risposte soddisfacenti, rivelando al momento la sostanziale assenza del piano industriale sui negozi medi e piccoli. L’azienda ha dichiarato di essere disponibile ad aumentare l’incentivazione all’esodo per i lavoratori appartenenti alla seconda procedura che non beneficeranno della cigs e ha annunciato che non intende rinnovare gli altri ammortizzatori presenti sulla rete (cigs per crisi e contratto di solidarietà).
La comunicazione ha lasciato perplessi i sindacati, anche visto l’aumento dei costi che una ripresa dell’orario a tempo pieno a partire dal 7 aprile (giorno nel quale scade la solidarietà difensiva). Inoltre la scelta lascia intravedere la volontà dell’azienda di procedere con azioni unilaterali.
Di risposta l’azienda ci ha ribadito che la gestione complessiva delle problematiche occupazionali (ovvero gli esuberi sui negozi aperti e i negozi in chiusura) dipendono dall’atteggiamento dei sindacati nelle procedure in corso.
Ribaltando tale impostazione, le organizzazioni sindacali hanno riaffermato la necessità di proseguire il confronto basandoci su un piano industriale concreto di rilancio, ferme restando le difficoltà presenti sulle due procedure. Non essendo possibile il proseguo del confronto, la discussione si aggiorna al 23 aprile alle ore 15.