Mediamarket: puntare su ricollocazione e solidarietà
Il 17 febbraio 2016 si è tenuto l’incontro con Mediamarket per la verifica del piano di riorganizzazione avviato nel 2015 con conseguenti esuberi e contratto di solidarietà nonché per verificare l’andamento dell’impresa.
Durante l’incontro l’impresa ha annunciato la chiusura del punto vendita Saturn di Fiumicino per la fine di maggio 2016, il negozio era in condizioni di criticità palesi, essendo l’unico rimasto a marchio Saturn in tutta Italia. Le parti hanno condiviso di avviare immediatamente un confronto a livello territoriale con l’intento di proseguire nello stesso principio con cui si sono evitati i licenziamenti fino ad oggi, ossia attraverso la ricollocazione e la solidarietà dei 52 lavoratori in forza pari a 48 EFT (Equivalente Full Time).
Secondo l’impresa ci sono spazi di ricollocazione e margini per applicare la solidarietà nei limiti previsti dall’accordo del 2015. Le organizzazioni sindacali ritengono che tale percorso possa essere perseguito ma va verificata la redistribuzione del personale facendo particolare attenzione alle distanze che dovrebbero percorrere i lavoratori e non escludendo la possibilità di valutare strumenti ulteriori dopo l’esito del confronto territoriale.
Gli esuberi che si determineranno con la chiusura di Fiumicino si aggiungono a quelli residui dichiarati nel 2015. Ad oggi ci sono ancora 246 EFT in esubero ridistribuiti nei 28 negozi in cui è applicata la solidarietà, con particolari criticità in alcune regioni e province.
Le organizzazioni sindacali hanno manifestato la necessità di avviare quanto prima un confronto per affrontare la permanenza di esuberi oltre la scadenza dell’accordo fatto a maggio del 2015, è probabile che ci sarà bisogno dell’utilizzo ulteriore di ammortizzatori sociali.
L’andamento dell’impresa purtroppo non è ancora positivo. Il piano di riorganizzazione ha ridotto al 34% le unità produttive in perdita rispetto al 54% consuntivato nel 2014. Il fatturato ha fatto registrare un +1% ma il bilancio post imposte è comunque in perdita di 2 milioni di euro. A rete omogenea si registra un calo dei visitatori ulteriore anche se con un trend dimezzato rispetto al calo registrato nel 2014. A questo si aggiunge un Natale particolarmente negativo. L’andamento di Mediamarket non è differente da quello che si è registrato nell’ultimo anno, Natale compreso, in tutto il commercio, segno evidente di un economia interna che ancora non da segnali significativi di ripresa.
Il bilancio del 2015 non consente ancora una verifica esaustiva del piano di riorganizzazione in quanto è iniziato ad anno fiscale inoltrato e ancora oggi è soltanto all’inizio visto che i processi di omnicanalità e di ristrutturazione della rete vendita devono ancora essere in gran parte attuati.
Nel 2016 verrà ampliata l’offerta online e l’integrazione tra rete fisica e rete virtuale. Saranno attuati investimenti per migliorare l’assistenza post vendita, agevolare il ritiro in negozio della merce acquistata online e incrementare tutti i servizi accessori alla vendita che possono far recuperare i margini che si perdono riducendo i prezzi per far fronte alla concorrenza.
Il percorso di omnicanalità è soltanto all’inizio e procederà su step trimestrali che saranno accompagnati da confronti a livello nazionale. Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato la necessità di traguardare quanto prima una unificazione dei fatturati dell’online e del retail, elemento indispensabile per salvaguardare la sostenibilità dei negozi considerata la crescita inevitabile che la vendita online avrà in futuro su tutto il mercato e che sarà ancora più rilevante in Mediamarket preso atto delle strategie aziendali.
A riguardo, se pur su volumi ancora irrilevanti per il fatturato di Mediamarket, le vendite online sono cresciute del 17% nel 2015.
Nel 2016 sono previsti interventi ed investimenti sulla rete vendita:
- La nuova immagine ed il nuovo layout saranno uniformati in tutta Italia.
- Verranno ristrutturati i punti vendita di Ancona, Padova 1, Milano 1, Firenze 1, Verona.
- Saranno fatte ristrutturazioni parziali ad altri 10 punti vendita.
- Verranno ridotte le superfici di vendita dei negozi di Bari 1, Roma 5 e Caserta. Dal confronto è emerso che le riduzioni non prevedono perdita di fatturato e quindi non avranno nessuna ricaduta occupazionale.
- Oltre le ricollocazioni di punti vendita fatte nel 2015 (Torino, Benasco, Bolzano) nel 2016 verrà ricollocato lo store di Vicenza, se ne potrebbe aggiungere un altro ancora in fase di valutazione.
Sono inoltre previste due nuove aperture: Palermo è prevista nel secondo semestre del 2016 e ci lavoreranno 50 FTE, sono pervenute 43 candidature interne ma solo 2 provenienti da negozi in Contratti di Solidarietà, sull’apertura è già avviato il confronto con le organizzazioni sindacali territoriali. Il negozio di Arese aprirà invece già ad aprile 2016 ed impiegherà 36 FTE, nessuna candidatura interna per coprire l’organico, è stato richiesto di avviare anche qui un confronto territoriale.
Un’apertura potrebbe esserci a Brindisi, la cui data non è ancora determinata. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto conferme rispetto le voci che parlano di aperture a Foggia e a Roma Laurentina, e ulteriori investimenti negli “Small Shop”. L’impresa ha dichiarato che pur essendoci un reale interessamento per Foggia e Roma gli investimenti non sono ancora stati confermati, mentre è reale lo studio in nuovo formato di punto vendita di massimo 1000mq, che dovrebbe essere fatto nei centri città o comunque in centri abitati denominato “Small Shop”, c’è prudenza però nel fare esperimenti in una fase di mercato così delicata.
Le organizzazioni sindacali ritengono che l’oculatezza di investimenti, vista le criticità già esistenti nell’azienda, è opportuna, al contempo nuove aperture potrebbero essere anche uno strumento utile all’assorbimento degli esuberi.
Le organizzazioni sindacali hanno infine denunciato le difficoltà riscontrate in questi mesi nell’ambito dell’organizzazione e nei carichi di lavoro, sia nei negozi in CDS sia nei negozi con andamento positivo. La fase avrebbe bisogno di un livello di relazioni sindacali territoriali e di unità produttiva in grado di dare risposte immediate alle lavoratrici ed ai lavoratori, oltre che accompagnare la riorganizzazione condividendo modelli di organizzazione partecipata e nel principio della conciliazione dei tempi di vita.
Le relazioni decentrate invece sono lente e poco efficaci: passano mesi prima che le richieste di incontro fatte dalle organizzazioni sindacali vengano accolte e spesso il confronto non è in grado di produrre risultati concreti perché i referenti aziendali non hanno potere decisionale.
Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno esortato nuovamente la direzione del personale ad incrementare quantità e qualità degli incontri territoriali, affermando la necessità di implementare quanto sottoscritto sul protocollo relazioni sindacali.
Il prossimo incontro nazionale è stato programmato per il 25 marzo 2016 (orario e luogo da definire). L’incontro sarà dedicato prioritariamente al confronto sulla chiusura di Roma Fiumicino.