MediaWorld, nuove mobilitazioni: appello dei sindacati all’unità
Lo sciopero nazionale dei dipendenti MediaWorld del 2 e 3 marzo, il primo nella storia dell’azienda, ha avuto un’adesione eccezionale. Un gran numero di lavoratrici e lavoratori ha aderito e gran parte di loro, nonostante la pioggia e la neve, ha partecipato ai presidi organizzati dalle organizzazioni sindacali.
Nonostante l’impresa abbia messo in atto azioni di contrasto allo sciopero, sostituendo le lavoratrici ed i lavoratori o offrendo colazione e pranzo a chi non scioperava, l’ondata di mobilitazione non si è arrestata e ha percorso tutta Italia.
L’adesione allo sciopero ora deve essere presa in considerazione dai dirigenti dell’azienda. Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno intenzione di proseguire nella mobilitazione.
I comportamenti dell’impresa stanno determinando una spaccatura tra i lavoratori. Filcams, Fisascat e Uiltucs esortano tutte le lavoratrici e i lavoratori, ed in particolare le delegate e i delegati, a non fomentare un conflitto tra dipendenti che potrebbe solo agevolare le azioni unilaterali dell’azienda. Le organizzazioni sindacali in queste ore stanno verificando le condizioni per denunciare per condotta antisindacale Mediamarket nonostante la stessa neghi di aver messo in atto azioni lesive del diritto allo sciopero. I legali verificheranno gli elementi a nostra disposizione ma l’obiettivo non può essere solo e semplicemente vincere una causa in applicazione dell’art.28/300. Centinaia di lavoratori rischiano il posto e temiamo che in prospettiva possano aumentare, è a loro che uniti bisogna dare una risposta. Il 31 marzo è una dead line molto vicina per le persone dei negozi in chiusura e per il trasferimento della sede e c’è il timore che Mediamarket proceda con i trasferimenti forzati per spingere i dipendenti alle dimissioni.
Filcams,Fisascat e Uiltucs, forti del mandato delle lavoratrici e dei lavoratori, confermano lo stato di agitazione e a breve verranno programmate altre azioni.
Intanto formalizzeremo al Ministero del Lavoro quanto sta avvenendo e, considerato che ancora oggi è vigente il contratto di solidarietà, chiederemo un incontro al Ministero che porti l’impresa a fornire di fronte alle istituzioni i dati e le informazioni che fino ad ora ha negato.