Metro, contratto di espansione: firmati gli accordi

A seguito del faticoso confronto avviato il giorno 30 agosto a Milano con l’azienda Metro, e dell’incontro in sede ministeriale di ieri, nel pomeriggio di ieri le segreterie nazionali hanno sottoscritto innanzitutto l’accordo a latere con l’azienda che integra e interpreta quanto subito dopo sottoscritto con il Ministero.
L’accordo sottoscritto in sede ministeriale (Allegato 1) stabilisce la possibilità di procedere all’attivazione del contratto di espansione che potrà accompagnare complessivamente, tra il 2022 e il 2023, sempre in corrispondenza con la finestra di uscita fissata dalla circolare Inps del 25 luglio nr. 88 alla data del 30 novembre, fino ad un massimo di 260 dipendenti di Metro Itale e Metro Dolomiti che aderiscano volontariamente e a cui manchino non più di 5 anni alla maturazione dei requisiti previsti per la maturazione della pensione.
L’azienda si impegna a coprire gli oneri connessi a quello che si configura come uno scivolo pensionistico fino ad un massimo di 13,8 milioni di euro complessivi, ripartiti tra le due finestre di uscita.
Si tenga presente che, in base alla legge che regola il contratto di espansione, eventuali modifiche alle norme di legge per l’accesso alla pensione che dovessero intervenire successivamente non hanno valore per quanti abbiano aderito all’intesa, per i quali continueranno a valere i requisiti stabiliti dalle norme di legge oggi vigenti.
L’azienda si impegna inoltre a procedere all’assunzione ex-novo di un numero di persone pari al 40% del numero di dipendenti che fuoriescano dall’azienda.
L’accordo ministeriale prevede inoltre un articolato programma di iniziative formative e di aggiornamento professionale rivolto a 2.500 dipendenti Metro allo scopo di predisporre le condizioni per il loro inserimento e sviluppo professionale nel modificato contesto aziendale.
Il verbale di accordo sindacale siglato a latere tra l’azienda e le Segreterie Nazionali integra e interpreta quanto previsto nell’accordo in sede ministeriale (Allegato 2).
- Innanzitutto, viene ripristinato fino alla fine del 2023 l’intero capitolo 2. (Relazioni Sindacali) del Contratto Integrativo Aziendale del 2016 da cui l’azienda aveva dichiarato il recesso nel 2019, a partire dagli incontri decentrati trimestrali a livello di punto vendita e a finire con il ripristino del monte ore di permessi per le rappresentanze sindacali di punto vendita. Tale argomento verrà comunque affrontato complessivamente nell’ambito del confronto sul Contratto Integrativo Aziendale che l’azienda si è impegnata a riaprire con l’obiettivo di giungere alla sua conclusione entro l’anno corrente. Ad integrazione del sistema di relazioni sindacali le parti hanno pattuito che siano oggetto di confronto territoriale la gestione dell’accordo di espansione e l’organizzazione del lavoro.
- Viene precisato che il numero di assunzioni future dovrà corrispondere al 70% di quanti effettivamente usciti calcolati come full-time equivalenti e non in teste. In altre parole, se per effetto dell’accordo ministeriale sarebbe sufficiente assumere il 40% degli usciti in termini di teste, per cui su 10 persone in uscita che operavano con contratto a full time potrebbero essere assunti anche solo 4 part-time, ai sensi dell’accordo sindacale i lavoratori usciti verranno calcolati in base al loro orario di lavoro contrattuale e dovranno essere rimpiazzati per il 70% di essi calcolato sempre in ore di lavoro settimanali.
- A copertura delle ore venute meno per effetto degli esodi, d’altra parte, non si dovrà ricorrere esclusivamente ad assunzioni dall’esterno e viene riconosciuta priorità alle trasformazioni di contratto da part-time a full time del personale già oggi presente in azienda che ne abbia fatto o ne faccia richiesta. Tale opportunità dovrà essere monitorata sia a livello nazionale sia soprattutto a livello di punto vendita e territoriale nell’ambito degli incontri trimestrali.
- L’azienda si impegna inoltre a definire un importo economico rivolto alla generalità dei lavoratori con riferimento all’anno in corso a valere nel febbraio del 2023 e qualora il piano di esodi raggiunga l’obiettivo previsto (260 esodi complessivi) si impegna a non porre nuovamente nell’ambito del rinnovo del Cia il tema dell’orario di lavoro, vale a dire il superamento delle 36 ore settimanali riconosciute ancora a una parte dei dipendenti operanti negli ex magazzini “classici”.
Le adesioni al programma di esodo potranno essere presentate già a partire dalle prossime settimane in particolare per chi intendesse fruire della finestra di uscita prevista per il 30 novembre dell’anno in corso e a seguito di esse si tenga presente che è previsto comunque anche l’accertamento in sede INPS del possesso dei requisiti di legge per l’accesso al trattamento pensionistico entro i limiti di tempo previsti dalla legge.
Per la ripresa del confronto sul Cia sono già state concordate una serie di date:
a) 15-16 settembre (da remoto) con inizio alle ore 15 del 15;
b) 28 settembre con inizio alle 10:30 a Bologna in presenza e da remoto;
c) 17-18 ottobre a Milano, con inizio alle ore 11.