Metro: trattativa CIA
L’incontro tenutosi il giorno 3 novembre u.s a Roma con Metro ha avuto un esito nettamente negativo. Dopo l’ultimo confronto del 29 ottobre in cui l’azienda aveva prospettato un impianto di salario variabile, l’ordine del giorno prevedeva di continuare la trattativa per il rinnovo del CIA entrando nel merito della piattaforma sindacale.
L’impresa ha invece aperto l’incontro annunciando la chiusura dello storico punto vendita di Mestre dove lavorano 65 persone come dipendenti diretti, e altre 10 circa negli appalti e nelle attività terziarizzate.
L’annuncio arriva improvviso e netto senza che ci sia stato alcun confronto preventivo a nessun livello. Un metodo che le organizzazioni sindacali hanno condannato fermamente; non si può annunciare la perdita di posti di lavoro tra le varie ed eventuali. Lo riteniamo un comportamento grave, anche a causa dello store meeting organizzato dall’impresa nel punto vendita di Mestre per annunciare la chiusura, tenutosi contemporaneamente all’incontro sindacale nazionale, e con le RSU del magazzino in trasferta a Roma per il rinnovo del CIA.
Secondo i dati dell’impresa il punto vendita di Mestre tra il 2006 e 2015 ha perso più del 30% del fatturato, passando da circa 40M a 27M di euro, provocando perdite di gestione per 20 milioni di euro. L’impresa dichiara di aver preso la decisione di chiudere dopo aver fatto un’attenta valutazione su alternative che potessero rendere sostenibile il punto vendita, senza trovarne. Proprio su questo le organizzazioni hanno accusato Metro di non aver informato le rappresentanze sindacali che fosse in discussione la presenza di Metro su Mestre, decisione che, come emerge da comunicazioni inviate dell’azienda al comune di Mestre, era già a disposizione da giorni.
Inoltre è stato dichiarato da Filcams, Fisascat e UILTuCS che nessun investimento è stato fatto per tentare di risollevare le sorti del magazzino, neanche ipotizzando un remodeling verso “Casa dell’Horeca” che potrebbe essere un formato sicuramente coerente agli obiettivi dell’impresa e rispondente alle caratteristiche del territorio. L’impresa avvierà la procedura di mobilità e la chiusura è stata annunciata entro il 18 gennaio 2016. Le organizzazioni sindacali chiedono di rivedere la posizione e di avviare un confronto che si ponga l’obiettivo di salvaguardare il punto vendita e l’occupazione.
L’incontro nazionale previsto per il giorno 9 novembre, pur avendo all’ordine del giorno la ripresa del confronto sul contratto integrativo, ripartirà dalla verifica delle disponibilità dell’impresa e a questo punto ad una verifica generale della rete vendita volendo evitare ulteriori annunci improvvisi. Le lavoratrici ed i lavoratori di Mestre hanno già risposto duramente con uno sciopero improvviso e nei prossimi giorni verranno messe in atto altre azioni di mobilitazione, che si aggiungeranno allo sciopero nazionale per i lavoratori delle imprese aderenti a Federdistribuzione già previsto per il giorno 7 Novembre 2015, e a cui invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori ad aderire, anche in solidarietà e in supporto alla vicenda di Mestre e per evitare che in futuro questo sia il metodo con il quale vengono affrontate le criticità.