MyChef, aggiornamento su stato aziendale e responsabilità sociale
Si è tenuto il 17 maggio l’incontro con MyChef richiesto dalle organizzazioni sindacali per avere aggiornamenti sulla situazione aziendale e sul percorso di certificazione della responsabilità sociale avviato dalla società nella prima metà del 2016.
La certificazione SA8000 è stata ottenuta nell’ottobre scorso, in seguito a un percorso di verifica dei dati aziendali e attraverso un audit che ha coinvolto 15 punti vendita.
Gli aspetti analizzati sono stati quelli previsti dalla piattaforma, ovvero il lavoro minorile, la libertà sindacale, la sicurezza sul lavoro, le politiche per la parità di genere, il ruolo sociale d’impresa.
Dal punto di vista della salute e sicurezza sul lavoro i dati descrivono una situazione in linea con gli standard rispetto alla malattia (assenteismo per malattia intorno al 5%) e agli infortuni (37 nel 2016, molti dei quali in itinere, 9 nel 2017).
Su questo ultimo punto l’azienda ha provveduto a fornire nuovi presidi antinfortunistici (scarpe) in quanto molti episodi erano dovuti a scivolamento. È data inoltre la possibilità al lavoratore di richiedere scarpe diverse da quelle in dotazione su richiesta del medico.
Rispetto alla libertà sindacale, i dati riportati evidenziano un aumento delle RSA/RSU (60) ma un calo degli iscritti, che si aggirano comunque intorno a una percentuale del 40%. Le RSA utilizzando 810 ore di permesso l’anno, un numero relativamente esiguo se rapportato all’utilizzo pro-capite.
Oltre le tre sigle confederali sono presenti sindacati di base. La fotografia della contrattazione integrativa utilizzata per la certificazione SA8000 ha incluso accordi sull’odl e integrativi, non gli accordi ex legge.
Il personale dipendente è composto da 1377 persone, di cui 926 donne. 853 sono a tempo parziale e 58 a tempo determinato. Gli apprendisti, anche stagionali, sono 79.
Tra le azioni positive, l’azienda ha riportato di aver intrapreso dei percorsi di inserimento di categorie di lavoratori svantaggiati attraverso accordi istituzionali e sociali (Comune di Milano, Regione Lombardia, Associazione Italiana Persone Down, la scuola alberghiera di Amatrice).
Tali progetti prevedono percorsi di stage finalizzati all’assunzione di un una parte degli stessi (50% nel caso del progetto con Regione Lombardia).
Sull’impegno contro la discriminazione, l’azienda ha prodotto un libretto distribuito ai dipendenti.
Le organizzazioni sindacali hanno infine chiesto un aggiornamento rispetto al perimetro aziendale, soprattutto in seguito alle gare che hanno riguardato la rete autostradale.
L’azienda oggi è presente in 12 areoporti dopo l’uscita dalla mensa di Caselle (passata a CIR) e l’acquisizione di 3 nuovi punti vendita a Fiumicino. Il canale rappresenta il maggior business per MyChef e vede impiegati 813 dipendenti.
Sul canale autostradale sono impegnati invece 385 lavoratori nelle 21 aree di servizio rimaste. MyChef non si è aggiudicata nessuna nuova area nelle recenti gare e ne ha perse 3 (2 sono andate ad Autogrill e 1 a Sarni Maglione, a conferma di informazioni già in nostro possesso).
Sono stati aperti nuovi punti vendita sotto pensilina a Milano in area urbana in accordo con ENI. Si tratta di un progetto sperimentale che potrebbe condurre a una partnership più vasta.
È stata inoltre aperta un’area di servizio a Colleferro in area extraautostrada, vicino all’Outlet.
Come organizzazioni sindacali è stato preso atto del percorso SA8000 sottolineando come in alcuni passaggi sia mancato un coinvolgimento sostanziale delle rappresentanze e come, anche sulle azioni positive, si sia persa l’occasione di costruire percorsi condivisi.
I sindacati di categoria hanno chiesto che in futuro l’azienda si attivi per recuperare questo gap.
Hanno inoltre segnalato che l’immobilismo della FIPE non può essere vissuto con assenza di responsabilità da parte di MYCHEF, come di tutti gli altri operatori, e che i lavoratori e le lavoratrici non possono più restare senza CCNL.
Come conseguenza di tale ragionamento, Filcams, Fisascat e UILTuCS hanno posto l’esigenza di lavorare sulla contrattazione di secondo livello con la quale agire un primo recupero sulle condizioni di lavoro e di reddito.
L’azienda non ha dato aperture concrete ma si è riservata di effettuare un’ulteriore riflessione, pertanto i sindacati solleciteranno a breve un riscontro.