NH Italia: percorso ad ostacoli
Il 19 Novembre le segreterie nazionali di UILTuCS, Filcams e Fisascat hanno incontrato NH Italia per proseguire nell’esame congiunto a fronte dell’apertura dell’“ennesima” procedura di licenziamento collettivo e per avere le risposte ai quesiti posti dal’ ultima lettera nella quale le OO.SS. chiedevano il rispetto dell’esercizio del diritto di informazione previsto dalla contrattazione nazionale ed europea di riferimento.
Da un punto di vista economico l’impresa registra ancora pesanti difficoltà; tuttavia, per il board internazionale l’Italia continua ad essere ritenuta strategica in ottica di rilancio e sviluppo. Pertanto sulle 20 strutture che ancora risultano in perdita rispetto ai dati già negativi del 2012 non sono previsti, allo stato, interventi fortemente impattanti sull’occupazione ad esclusione delle attualmente presenti, anche se spesso, le decisioni provenienti dai vertici dell’azienda vengono spesso prese con scarso preavviso; diventa perciò difficile avventurarsi in previsioni a lungo periodo improntate all’ottimismo.
La parte di attività gestita in immobili in affitto ha necessitato e necessita (come la ultima delicata vicenda dell’ hotel Tiepolo di Vicenza sta confermando) di continue rinegoziazioni al ribasso dei canoni, che per loro natura, hanno esito spesso incerto. Nell’ultimo anno sono stati comunque rinegoziati affitti per un volume di risparmio pari a 2 milioni e seicentomila euro.
Vi sono poi fattori esterni imprevedibili che condizionano gli andamenti del fatturato come la apertura dell’aeroporto di Comiso per la società siciliana Donna Fugata (controllata al 100% da NH), polo di eccellenza nato anche su incentivi della regione Sicilia ( che poi ha interrotto i finanziamenti) e che attualmente sta attraversando difficoltà enormi che potrebbero però essere mitigate appunto dall’apertura del suddetto scalo aeroportuale.
Da una visuale più marcatamente occupazionale i processi di outsourcing derivanti da una profonda riorganizzazione, hanno interessato 363 persone.
Si è ricorso nei primi 10 mesi dell’anno all’utilizzo del lavoro somministrato (che ha soppiantato praticamente del tutto quello dell’extra) nella misura dei 92 full time equivalent. Un dato su cui riflettere è quello delle dimissioni volontarie che sono state 41 (sempre dal 1 gennaio 2013 ad oggi) e che hanno aperto 32 posizioni che sarebbero state offerte alla platea dei lavoratori in esubero mediante job posting interno. Solo in 2 casi tali opportunità sarebbero però state colte dai lavoratori.
Secondo le OO.SS. le proposte avanzate sarebbero risultate impraticabili perché avrebbero comportato trasferimenti a grande distanza, o passaggi a part time.
Secondo le segreterie nazionali di UILTuCS, Filcams e Fisascat un maggior rispetto di corrette relazioni sindacali soprattutto a livello territoriale, avrebbe potuto consentire lo sviluppo di azioni sinergiche volte a produrre risultati più positivi nella individuazione di possibilità di riassorbimento degli esuberi ancora presenti.
In conclusione si è convenuto di ritenere esaurita la fase sindacale della attuale procedura di licenziamento collettivo L.223/91 e di richiedere congiuntamente al Ministero del Lavoro un ulteriore periodo di cassa in deroga, nella consapevolezza che tale concessione è tutto fuorché scontata.
Qualora si riesca ad ottenere ancora l’ammortizzatore sociale, si provvederà a discutere anche di un nuovo sistema di incentivazione su base volontaria che provi a coniugare criteri innovativi e equità rispetto a quelli precedentemente pattuiti.
E’ chiaro che, nella malaugurata ipotesi che ciò non accada, in sede ministeriale potrebbe prodursi un mancato accordo con conseguente licenziamento del personale in esubero.
Foto: interno18.it