Occupazione e sviluppo nella UE: crescono i divari
Il 7 gennaio la Commissione Europea ha pubblicato il Rapporto annuale sull’Occupazione e gli sviluppi sociali in Europa nel 2012.
Dopo cinque anni di crisi economica e con il ritorno della recessione nel 2012, la disoccupazione raggiunge picchi che non si erano visti da quasi vent’anni. I redditi delle famiglie sono calati e il rischio di povertà o di esclusione sta aumentando, soprattutto negli Stati membri dell’Europa meridionale e orientale. L’impatto della crisi sulla situazione sociale si è ora acuito anche a causa della riduzione degli effetti protettivi di un prelievo fiscale più contenuto e di una spesa sociale che in precedenza era più ingente. Un nuovo divario emerge tra i paesi intrappolati in una spirale caratterizzata dal calo della produzione, dal rapido aumento della disoccupazione e dall’erosione del reddito disponibile e i paesi che sinora hanno dimostrato di saper resistere o comunque hanno presentato una certa tenuta. Questi ultimi tendono ad avere mercati del lavoro che funzionano meglio e sistemi di welfare più saldi.
Il Rapporto della CE è suddiviso in 6 capitoli, preceduti da una parte molto dettagliata relativa alle “Caratteristiche essenziali dell’occupazione e della condizione sociale in Europa”, nella quale vengono analizzate le tendenze occupazionali e sociali nel quadro della Strategia Europa 2020, le sfide e le possibili politiche di risposta necessarie per incrementare l’occupazione – pur in una situazione di crisi che persisterà ancora nel 2013 – e ridurre la povertà.
I 6 capitoli riguardano:
– Le dinamiche della disoccupazione di lunga durata
– Le tendenze sociali e le dinamiche della povertà e dell’esclusione
– I sistemi di protezione sociale di fronte alla crisi
– La tassazione nel contesto di Europa 2020 sull’occupazione e la povertà
– Gli sviluppi salariali nella UE durante la grave crisi economica
– La sfida in Europa del divario di competenze tra domanda ed offerta
“Il 2012 è stato un altro anno molto brutto per l’Europa in termini di disoccupazione e di deterioramento della situazione sociale”, ha commentato László Andor, Commissario europeo responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. “Ma dalle nostre analisi emerge che opportune riforme del mercato del lavoro e miglioramenti nel concezione dei sistemi di welfare possono accrescere la reattività degli Stati membri agli shock congiunturali e consentire un’uscita più celere della crisi. È tuttavia improbabile che nel 2013 l’Europa registri miglioramenti significativi del quadro socioeconomico a meno che non realizzi maggiori progressi anche per risolvere in modo credibile la crisi dell’euro, reperendo le risorse necessarie per procedere ai tanto attesi investimenti, tra cui quelli nelle competenze, nell’occupabilità e nell’inclusione sociale dei cittadini.”