Pam Panorama, “modello pulizie” ancora incerto. Licenziamento collettivo in vista

Il 21 marzo 2022, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno incontrato la direzione di Pam Panorama per effettuare il programmato incontro di verifica conseguente ai “focus” svolti a livello decentrato (peraltro neanche ultimati, visto che in diversi punti vendita non si sono ancora tenuti) sulle condizioni con le quali – dal 1° marzo scorso – l’azienda ha
provveduto alla riattribuzione delle attività di pulizia ai soggetti esterni fornitori di quei servizi.
Come si ricorderà, Pam Panorama operò, negli ultimi mesi dell’anno passato, una internalizzazione di varie attività di pulizia da effettuarsi presso i punti vendita, naturalmente assegnando le mansioni connesse all’espletamento delle già menzionate attività al proprio personale dipendente.
Tale determinazione aziendale suscitò la pronta reazione delle organizzazioni sindacali e delle lavoratrici e dei lavoratori: furono tenute diverse mobilitazioni per contrastarla; in particolare, il 24 novembre 2021, nell’ambito dello sciopero nazionale proclamato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, durante un presidio effettuato nei pressi del Ministero dello Sviluppo Economico, il Coordinatore della Struttura per le crisi di impresa dello stesso dicastero incontrò i Segretari nazionali dei sindacati di categoria per assumere informazioni relative allo stato della vertenza.
A valle delle significative proteste sommariamente richiamate, Pam Panorama, per dare seguito ad una precisa richiesta di parte sindacale, nelle scorse settimane, ha esplicitato la volontà di rivedere i capitolati contrattuali in essere con i soggetti che forniscono i servizi di pulizia presso la propria rete commerciale, col dichiarato fine di riattribuire a questi ultimi le attività precedentemente assegnate al proprio personale (spazzatura e lavaggio pavimenti, utilizzo delle macchine pulitrici, pulizia laboratori, parte posteriore dei banchi gastronomia, celle-frigo, filtri, cappe e forni).
Nonostante le intenzioni dichiarate da parte aziendale, in occasione del confronto di cui qui si rassegna l’esito, si è preso atto che permangono ancora dei disallineamenti e delle vere e proprie criticità sull’argomento: spesso, infatti, gli incontri a livello locale si sono risolti con una veloce lettura da parte dei rappresentanti aziendali dei nuovi capitolati (che, nonostante le richieste sindacali territoriali e delle Rsa/Rsu, non sono stati neanche dati in visione durante gli incontri); l’azienda non ha chiarito quali saranno le attività comunque richieste alle dipendenti ed ai dipendenti diretti concernenti la tenuta in ordine dei reparti di vendita.
In conclusione, l’auspicato “ripensamento del modello pulizie” dovrà essere ulteriormente approfondito; proprio a tale fine, parte sindacale ha richiesto di procedere, naturalmente sempre in ambito decentrato, col tenere altri incontri dedicati al tema.
Esaurita la trattazione del tema pulizie, la Direzione di Pam Panorama ha rappresentato la necessità di procedere “alla riduzione dei costi di gestione, soprattutto in alcune aree”, arrivando a specificare che, a tal fine, intende attivare una procedura di licenziamento collettivo.
Naturalmente, le organizzazioni sindacali, che non si sono soltanto limitate a stigmatizzare l’intempestività e l’inopportunità di tale determinazione aziendale, hanno esortato l’azienda a non inaugurare alcuna fase di ristrutturazione degli organici, ma a concentrarsi sull’elaborazione di un serio piano pluriennale per il rilancio della Società.
Non è con i tagli e le ristrutturazioni che si rendono più forti e competitive le aziende, ma con una seria politica degli investimenti sorretta dalla credibilità dei piani d’impresa.
Anche se la comunicazione aziendale è stata assai scarna sul delicatissimo tema della riduzione dei costi, si è appreso che le aree interessate sono quelle delle regioni Emilia-
Romagna (2 negozi), Lazio (10 negozi) e Toscana (3 negozi); pertanto, qualora Pam Panorama non dovesse rispondere positivamente alla richiesta sindacale di non procedere
unilateralmente alla messa in opera di un programma di ristrutturazione degli organici nei predetti contesti territoriali, si rischia di far subire alla parte più in difficoltà della rete commerciale l’ennesimo colpo volto a comprometterne definitivamente la tenuta.
Le posizioni assunte da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs rispetto alla mancanza di una visione strategica da parte aziendale sono sempre più attuali e, pertanto, dovrebbero indurre ad una riflessione non solo le lavoratrici ed i lavoratori di Pam Panorama impiegati nei punti vendita (peraltro non specificati) che verosimilmente saranno oggetto, in un futuro che si annuncia prossimo, di procedure di licenziamento collettivo, ma anche coloro i quali potrebbero sentirsi degli “scampati”; quando una fase di declino si innesca, nessuno resta per molto tempo al riparo.
Si rende necessario attivare da subito ogni occasione di confronto e di informazione con le lavoratrici ed i lavoratori per riferire loro l’esito del confronto svoltosi il 21 marzo 2022 e, in generale, per propiziare un’assunzione di consapevolezza fra di essi rispetto alla delicatezza dell’attuale fase aziendale.
Chi ha rappresentato al tavolo Pam Panorama, prima di dare una risposta alla richiesta sindacale di non attivare procedure di licenziamento, ha comunicato di dover operare una verifica col neo Direttore generale (subentrato all’Amministratore delegato fuoriuscito lo scorso mese di febbraio); il nostro auspicio è che non si voglia connotare l’inizio del percorso recentemente inaugurato col citato cambio al vertice aziendale con una scelta volta ad infliggere sia alle lavoratrici ed ai lavoratori che alla rete commerciale un ulteriore danno.