Riforma degli ammortizzatori sociali: nota unitaria
Il disegno di legge delega in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro si colloca in un contesto di oggettiva difficoltà per effetto della prolungata fase di crisi che si protrae dal 2008.
L’obiettivo di realizzare un profondo riordino delle norme che regolano il mercato del lavoro a soli due anni di distanza dalla “Riforma Fornero, è estremamente ambizioso, ma dovrà necessariamente tener conto che interviene su una materia che è ancora in gran parte in una delicata fase transitoria delineata proprio dalla Legge 92/2012.
Cgil, Cisl e Uil non intendono sottrarsi a questa sfida, ma ritengono necessario ribadire che su un intervento di tale portata non si è realizzata, per scelta del Governo, una fase preventiva di confronto, o quantomeno di approfondimento, che avrebbe favorito una maggiore comprensione e consapevolezza degli obiettivi di fondo della riforma, degli strumenti da utilizzare e della sua coerenza sia con le norme attualmente in vigore che con il quadro economico e la difficile congiuntura che il nostro sistema produttivo sta tuttora subendo.
Affrontare un processo di questa portata subordinandolo al vincolo della invarianza delle risorse, come più volte ribadito nell’articolato, allontana, oggettivamente, la possibilità di cogliere l’obiettivo della necessaria universalizzazione delle tutele e del rafforzamento dei servizi per il lavoro, ferma restando l’esigenza, da noi condivisa, di non disperdere, anzi di ottimizzare l’impegno delle risorse a disposizione, anche attraverso le necessarie compensazioni. Ciò è vero sia sul versante dei sistemi di protezione sociale, compartecipati dalle imprese e dai lavoratori, sia sul versante della quantità di spesa, della qualità degli strumenti in dotazione, nonché del numero di addetti del nostro sistema di servizi per il lavoro, che segna una complessiva ed enorme distanza con gli altri paesi europei, come attestano alcune incontestabili evidenze sulle difficoltà di avvio del programma garanzia giovani.
Fatte queste considerazioni, CGIL – CISL – UIL intendono positivamente concorrere con le proprie richieste, proposte e osservazioni alla formulazione del disegno di legge delega condividendo alcuni degli obiettivi e delle misure annunciate, ma non sempre condividendo la loro concreta declinazione.
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