Riparte il gioco legale, Uiltucs: “Noi siamo pronti, tocca alle Regioni”
Appello del responsabile nazionale Paolo Proietti: “Non possiamo attendere altro tempo”. “Alcune Regioni devono adottare protocolli di sicurezza come fatto da aziende e lavoratori”
È il 15 giugno la data di svolta per il settore del Gioco legale, settore costretto dai primi giorni del lockdown allo stop forzato, che ora può riaccendere i motori dando speranza, per il futuro, a oltre 150mila lavoratori.
A sancire la riapertura è il decreto firmato dal Premier Conte, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con il quale si dispone la riapertura delle attività di gioco.
Ma, se da un lato i lavoratori e le aziende sono pronte, dall’altro mancano ancora alcune Regioni che devono adottare le misure di sicurezza dei Protocolli “anti-Covid”.
È la Uiltucs, per voce del responsabile nazionale del settore, Paolo Proietti, a puntare i fari sull’urgenza “da parte di alcune regioni – spiega – di adottare specifici protocolli di sicurezza. È vero che un protocollo di sicurezza c’è già ed è stato adottato dalla Conferenza delle Regioni, ma è necessario farsi trovare preparati e predisporre già, in questo fine settimana, tutti gli strumenti”.
Le Parti Sociali e le aziende del settore hanno già condiviso specifici protocolli per la sicurezza dei lavoratori e dei clienti frequentatori delle Gaming Hall, le sale specializzate per l’offerta del Bingo, e degli altri giochi pubblici regolamentati, e delle sale scommesse: strumenti che consentono a lavoratori e aziende di ripartire in sicurezza”.
Infatti, per contrastare la diffusione del Covid-19 e per ripartire in sicurezza, i sindacati di categoria e le aziende, avevano fin da subito sottoscritto due protocolli, il 14 maggio e 1° giugno: accordi quadro che riguardano migliaia di lavoratori e che ora, con urgenza, Proietti chiede siano adottati anche dalle Regioni che non l’hanno ancora fatto: “Abbiamo atteso tanto, i lavoratori sono stati nel limbo per mesi, e ora che possiamo ripartire dobbiamo essere pronti per la data decisa: noi abbiamo fatto la nostra parte, adesso le Regioni si attivino: non possiamo attendere oltre”.