Salesforce, licenziamenti: trattativa bloccata e stato di agitazione
Gli incontri tra le Organizzazioni Sindacali e Salesforce sono terminati con un nulla di fatto.
La fase sindacale della procedura di licenziamento collettivo si conclusa con un mancato accordo.
Le iniziali preoccupazioni di Filcams, Fisascat e Uiltucs sono diventate un dato di fatto, l’azienda ad oggi non ha presentato effettive soluzioni a salvaguardia delle occupazioni e retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici.
Salesforce promette azioni che vedono poi scarse traduzioni pratiche, buoni intenti che sono però accompagnati da un atteggiamento di forte chiusura che manifesta l’evidente volontà di portare a termine i licenziamenti senza tutele adeguate.
L’azienda sta mascherando licenziamenti individuali con una procedura collettiva, non è ammissibile.
I risultati economici eccellenti, una situazione finanziaria solida e in continua crescita sostengono che la scelta aziendale è solo di maggior profitto e non di necessità.
Chiediamo fermamente che Salesforce sia coerente con i propri valori e visioni, con le tante parole spese in questi anni per raccontare il business come la più potente piattaforma per il cambiamento e l’impegno a fare del proprio meglio per tutti – i clienti, i dipendenti, la comunità ed il pianeta – ritirando tutti i licenziamenti, non solo qualcuno come prospettato sin’ora.
Le organizzazioni sindacali rifiutano il “sacrificio umano” richiesto col solo fine di alzare margini già positivi e rinsaldare il prezzo delle azioni per compiacere alcuni fondi di investimento.
Per quanto sopra, le federazioni nazionali Filcams cgil Fisascat Cisl e Uiltucs proclamano lo stato di agitazione riservandosi ogni azione sindacale si ritenesse necessaria in attesa di valutare la nuova fase della procedura che si attiverà con il Ministero del Lavoro.