Scarpe&Scarpe, c’è il piano industriale ma chiude altri negozi
In data 29 gennaio 2021 le organizzazioni sindacali si sono incontrate in plenaria con la società Scarpe&Scarpe in seguito all’informativa che la stessa ha fornito il 21 gennaio sul deposito presso il Tribunale di Torino del Piano Concordatario.
Nell’incontro la società ci ha informato di aver notificato l’istanza presso il Tribunale della chiusura di ulteriori 2 punti vendita da realizzarsi entro un mese circa, che si aggiungono ai 14 già chiusi, di cui uno a Milano in via Lorenteggio con 10 risorse, la cui chiusura è legata alla disdetta del contratto d’affitto da parte della proprietà dei locali e l’altro a Portogruaro in cui sono presenti 4 risorse e per il quale la Società non è riuscita a rinegoziare il canone d’affitto.
Si definiscono così a 127 gli esuberi dichiarati nei punti vendita e circa 11 quelli della Sede di Borgaro, nella quale si sono dimesse già 3 persone reintegrate nella Società che gestisce per Scarpe&Scarpe la compilazione e l’emissione delle buste paga.
La preoccupazione per le organizzazioni sindacali sullo stato occupazionale aumenta anche se la Società rassicura sulla possibile ricollocazione dei lavoratori di Milano nei punti vendita di vicinato; rimane più allarmante è la situazione dei dipendenti di Portogruaro in quanto i punti vendita limitrofi si trovano a più di 40 km di distanza.
Sono stati inoltre chiesti approfondimenti circa i contenuti del piano industriale e del quale la Società ha illustrato un percorso di possibile stabilità finanziaria nel miglioramento del fatturato attraverso una operatività su: scelta dei prodotti di acquisto; scelta dei fornitori; una efficiente politica di comunicazione sul mercato del prodotto di vendita.
Per i creditori privilegiati si prevede, nei termini previsti di legge, il pagamento entro un anno dall’omologa del Tribunale e per i creditori chirografari entro il periodo 2021-2027.
È stato richiesto l’invio ai sindacati del piano concordatario presentato. Abbiamo illustrato le criticità sull’applicazione della cassa in deroga e nello specifico sulla ripartizione in misura equa delle ore, includendo anche i lavoratori dei negozi chiusi; sulla organizzazione del lavoro settimanale; su assegni familiari non erogati nei periodi di cassa; sui permessi sindacali non sempre fruibili.
Inoltre, attesa l’omologa, le parti si sono impegnate ad incontrarsi al fine di riprendere la disamina delle problematiche discusse durante la costruzione del Cia abbandonate a causa della pandemia e del Concordato.
È stato richiesto alla società di dare adeguate risposte ai territori che durante l’incontro hanno posto le diverse tematiche all’oggi non ancora risolte, con l’invito a realizzare incontri territoriali cosi come da verbali di accordo sottoscritti.