Sciopero 19 dicembre: la dichiarazione di Boco, segretario generale UILTuCS
«Il ricorso allo sciopero è stato inevitabile di fronte all’atteggiamento di chiusura e di arroganza portato avanti da Federdistribuzione e dalle altre organizzazioni datoriali per quasi due anni.
In tutto questo lasso di tempo, mentre le retribuzioni dei lavoratori sono state ferme al palo, Federdistribuzione, in particolare, si è trincerata dietro l’alibi di un contratto «che rispecchi le proprie specificità»: una scusa plateale e infondata laddove si consideri che le aziende aderenti all’associazione applicano comunque per la parte normativa il contratto di Confcommercio, rifiutandosi di tenere conto di quella economica.
Ora, una cosa è riconoscere le specificità aziendali, come avviene e può avvenire attraverso la contrattazione integrativa, altra e ben diversa cosa è puntare a creare discriminazioni retributive e normative tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni in aziende diverse ma assolutamente analoghe per struttura, dimensione e composizione dei costi.
Come non bastasse, in questi due anni, diverse aziende aderenti a Federdistribuzione e alle associazioni delle Cooperative di consumo hanno dato disdetta ai contratti integrativi, penalizzando ulteriormente i lavoratori.
La grande distribuzione, insomma, non solo non vuole rinnovare il contratto collettivo dopo quasi due anni di vertenza, ma pretende addirittura di ridurre nei fatti gli stipendi dei lavoratori.
Di fronte a tutto questo non potevamo non reagire con forza e determinazione per far valere il primo diritto di ogni lavoratore, quello a un contratto collettivo che garantisca una retribuzione dignitosa.
Ma, come UILTuCS, abbiamo perseguito anche la strada del ricorso giudiziario per ottenere il riconoscimento degli aumenti salariali stabiliti dal contratto collettivo rinnovato con Confcommercio anche per i lavoratori delle imprese aderenti a Federdistribuzione. E già numerosi tribunali ci hanno dato ragione.
Per questa via le imprese delle grande distribuzione saranno obbligate a corrispondere gli incrementi retributivi che pretendono di non garantire attraverso la normale strada della contrattazione».