Sciopero generale del Turismo
Dichiarazione di Brunetto Boco, segretario generale della UILTuCS
«L’Italia si prepara all’apertura dell’Expò, la vetrina del Paese, ma i due milioni di lavoratrici e lavoratori che fanno muovere il turismo aspettano da due anni il contratto. E le imprese del settore puntano solo a scaricare i costi del rinnovo sulle retribuzioni dei dipendenti.
Non ci stiamo e quella di oggi è solo la prima giornata di una mobilitazione che riguarda l’intero sistema italiano dell’accoglienza. La politica e le istituzioni faranno bene a occuparsi anche del contratto dei lavoratori del turismo e non solo a tagliare il nastro inaugurale di Milano 2015».
«Ventiquattro mesi di ritardo, di attesa, di perdita di potere d’acquisto – spiega Boco – non sono bastati a far ragionare le controparti datoriali e a condurle verso un clima di maggiore disponibilità a discutere senza pregiudizi e veti delle giuste richieste del sindacato.
Una trattativa resa ancor più difficile per l’articolazione delle controparti che, rompendo una lunga tradizione, pretendono di scomporre l’unicità contrattuale del settore. Un’operazione in netta contraddizione con gli impegni assunti a livello interconfederale per la razionalizzazione e semplificazione della contrattazione collettiva; una scelta ingiustificata nel merito; una pretesa inaccettabile per il sindacato, perché creerebbe differenze pregiudizievoli tra mansioni similari in un settore già oggi molto frammentato e caratterizzato da forte flessibilità nella prestazione lavorativa. Un settore, per di più, dove il contratto nazionale rappresenta l’unico strumento di regolazione, spesso eluso con consistenti “sacche” di lavoro sommerso e grigio».
«Angem, Fipe, Federturismo, con accenti diversi, sono accumunate – aggiunge Boco – dalla pretesa di far pagare il rinnovo contrattuale ai lavoratori: solo così si spiega l’assurda posizione di congelamento degli scatti di anzianità e di assorbimento dei permessi retribuiti per consentire un incremento salariale modesto e, comunque, erogabile non prima del 2016. Tutto ciò senza riconoscere alcun miglioramento nelle tutele di migliaia di lavoratori e lavoratrici che convivono da sempre tra le difficoltà di prestazioni part-time, stagionali e soggette a cambi di appalto. Problemi che, anche da un punto di vista legislativo, non paiono destinati a risolversi. Nel disegno di legge all’esame del Parlamento (recepimento Direttiva UE) sugli appalti, non è previsto niente finora in materia di clausole sociali, criteri di aggiudicazione dell’offerta con esclusione del massimo ribasso, applicazione dei contratti collettivi di riferimento. E la recente riforma degli ammortizzatori sociali (Naspi) ha ulteriormente ridotto il grado di tutela dei lavoratori interessati dalla perdita del posto di lavoro, penalizzando in particolare quelli stagionali».
«La UILTuCS – conclude Boco – è consapevole della drammatica crisi economica e sociale che da ormai sette lunghissimi anni tiene sotto scacco il Paese. Ma è altrettanto consapevole che l’uscita dal tunnel può intravedersi e essere costruita solo in presenza di una ripresa dei consumi e di un’operazione di rilancio degli investimenti nella qualità del servizio offerto dal settore turistico. E queste condizioni favorevoli per la ripresa sono conseguibili e possibili solo a partire dalla valorizzazione, anche economica oltre che professionale, delle donne e degli uomini che rendono vitale uno degli asset più strategici del Paese. Gli stessi grandi appuntamenti imminenti (Expo 2015, Giubileo) e il tradizionale avvio della stagione turistica estiva non possono prescindere dalla qualità del lavoro e dal reddito delle migliaia di persone che dovranno accogliere e prendersi cura di milioni di turisti. E’ per tutto questo che auspichiamo e chiediamo con fermezza la ripresa delle trattative contrattuali e la loro più rapida conclusione nella direzione del nuovo contratto di lavoro del settore».
Milano, 15 aprile 2015