Sma Simply, il punto sugli adeguamenti economici
Il 6 febbraio 2019 si è tenuto il previsto incontro nazionale con la direzione di Sma per fare il punto sugli andamenti economici registrati a chiusura dell’esercizio 2018.
Per il decimo anno consecutivo l’azienda ha marcato, al 31 dicembre, un risultato negativo in termini di vendite, cash flow, e clienti che ha determinato un disavanzo complessivo di 111 milioni di euro.
Solo 41 negozi della rete vendita hanno ottenuto una marginalità netta positiva; soffrono particolarmente i formati tradizionali (Ipersimply e Simply) mentre le strutture oggetto di riconversione tendenzialmente segnano un andamento positivo. L’organico, a fine anno, vedeva occupati 8531 lavoratori di cui 7604 a tempo indeterminato (88%); le donne rappresentano il 69,1%, i part time il 61,3%; il saldo rispetto a fine 2017 è rimasto pressoché invariato.
Sma ha presentato il risultato della indagine sul clima interno (“barometro”) che ogni due anni viene effettuato in tutti paesi in cui Ari è presente coi suoi punti di vendita. Il tasso di soddisfazione dei dipendenti in Italia è del 42% mentre la media su scala mondiale è del 54%.
Nell’esprimere ancora una volta preoccupazione per un quadro generale così fortemente negativo, abbiamo nuovamente chiesto di conoscere l’eventuale elenco di chiusure e cessioni in agenda, gli ipotizzati correttivi al piano commerciale, informazioni più certe rispetto al da tempo rinviato progetto di fusione fra Auchan Retail e Sma Simply.
Abbiamo poi colto l’occasione della recente firma del nuovo Ccnl della Dmo per ritornare sugli aumenti salariali che sappiamo Sma ha erogato (quando ancora si trattava di erogazioni unilaterali) solo ai lavoratori privi di superminimi e di ad personam non assorbibile (ex premio aziendale). Per Filcams, Fisascat e UILTuCS, la scelta a suo tempo operata dalla azienda era e rimane, a maggior ragione dopo la sigla dell’accordo, sbagliata, discriminatoria e foriera di vertenzialità.
Sugli altri quesiti posti dalle organizzazioni sindacali, la Direzione aziendale si è limitata a comunicare che per i prossimi 6 mesi non si prevedono chiusure, che le trattative in essere riguardano solo due negozi, ovviamente non meglio specificati, sulla piazza di Roma, che la fusione fra le due imprese del gruppo, contrariamente a quanto dichiarato non più tardi di due mesi fa, non è prevista per l’anno in corso.
Infine Sma ha reso noto che il piano di riconversione dei negozi è temporaneamente sospeso e che nelle prossime settimane verranno richiesti incontri territoriali per trovare soluzioni organizzative che consentano di ridurre il costo del lavoro a partire da quello legato al ricorso al lavoro supplementare e straordinario.
È risultato chiaro, per l’ennesima volta, che permane una divergente visione fra la nostra impostazione e quella dell’impresa nella individuazione di strumenti per affrontare una crisi oggettiva e che necessiterebbe di misure ben diverse da quelle ipotizzate e prioritariamente mirate a ottenere un risparmio immediato sul costo del lavoro.
Questo atteggiamento di chiusura e di scarsa trasparenza, è destinato ad irrigidire ulteriormente relazioni sindacali già tese a tutti i livelli, oltre che inasprire un clima già fortemente negativo fra i lavoratori nei punti vendita. Il prossimo incontro si terrà a Roma l’8 maggio.