Studi professionali, rinnovato il CCNL
Firmato oggi 17 aprile 2015 il rinnovo del contratto collettivo per quasi un milione di lavoratori degli studi professionali: più salario, più occupazione, più welfare e nuovi percorsi di stabilizzazione anche per partite Iva e collaboratori.
Dichiarazione di Brunetto Boco, Segretario generale della UILTuCS: «Dopo il commercio e i servizi, il sindacato del terziario mette a segno un altro, rilevante, rinnovo contrattuale, innovativo e determinante per dare valore ai lavoratori e alle imprese di un settore strategico per la ripresa del Paese».
«Sono quattro – spiega Boco – le leve fondamentali del nuovo contratto:
- il salario, con aumenti medi a regime di 85 euro mensili, con un incremento medio complessivo, per la durata del contratto, pari a 1.885 euro;
- l’occupazione, con l’individuazione di strumenti per favorire l’accesso al mercato del lavoro degli studi professionali anche ai disoccupati più in difficoltà, come ultracinquantenni e senza lavoro di lunga durata;
- il welfare, con il rafforzamento delle tutele, del sostegno al reddito (in un settore non coperto dagli ammortizzatori sociali) e delle opportunità, anche per quanto riguarda l’assistenza sanitaria integrativa e la formazione, per i lavoratori dipendenti; insieme con la loro estensione anche alle partite Iva e collaboratori; senza contare la valorizzazione del tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con la possibilità di usufruire del congedo parentale ad ore;
- la previsione di vie preferenziali e agevolate per la stabilizzazione delle stesse partite Iva e dei collaboratori, anche attraverso la formazione, consapevoli che la qualità del lavoro e dell’occupazione sono risorse decisive per il settore».
«Si rafforza così – conclude Boco – il valore della contrattazione e il ruolo decisivo delle parti sociali nella crescita del reddito disponibile dei lavoratori, nella consapevolezza che questa è la strada giusta per migliorare le condizioni di lavoro, per far ripartire il potere d’acquisto delle retribuzioni e per rilanciare i consumi».
Foto: ilsitodifirenze.it