Trattativa Ccnl Federdistribuzione, serve cambio di marcia

Salario, relazioni sindacali, mercato del lavoro, classificazione e franchising, politiche di genere e formazione sono stati i temi al centro del confronto di oggi, 19 luglio, con Federdistribuzione.
Come Uiltucs, abbiamo ribadito la necessità di arrivare tempestivamente al rinnovo del Ccnl per contenere gli effetti negativi dell’inflazione sul potere d’acquisto dei lavoratori del settore.
Il salario, quale parte qualificante del rinnovo, è per la Uiltucs un tema centrale da dibattere e dipanare rapidamente, e in tale ottica è stato chiesto esplicitamente un cambio di passo nella trattativa.
Le relazioni sindacali rappresentano altresì il terreno del confronto che verrà, in ragione delle regole condivise del modello contrattuale da ridefinire. In questo ambito si sono confrontate impostazioni differenti.
Federdistribuzione ha ribadito la necessità di riordinare le materie e la portata della contrattazione territoriale, in ottica diversa, con attenzione alle “politiche attive del Sud o alle transizioni organizzative di settore, e o alla gestione di impatti di eventuali crisi”.
La Uiltucs, invece, ha sottolineato l’indisponibilità a stravolgere l’attuale assetto contrattuale e si è resa disponibile a condividere l’approccio per regolare territorialmente, seppur in un quadro di regole nazionali relazioni atte a gestire crisi, assorbire e ridurre distorsioni causate dalla diffusione di contratti pirata in grado di generare dumping contrattuale.
La contrattazione aziendale, nella necessità di essere rianimata e resa protagonista nel rapporto tra produttività e salario variabile, nonché tra organizzazione del lavoro e flessibilità positiva dell’orario di lavoro, ha caratterizzato parte della discussione.
La Uiltucs ha chiesto esplicitamente di rimuovere la contraddizione esistente, attraverso la quale si palesa che i margini di produttività aziendali migliorano a scapito dell’occupazione del costo dell’ora lavorata.
Sulla tematica della mercato del lavoro, la trattativa si è concentrata sul contratto a termine e sul part-time.
La stagionalità e le causali del contratto a termine saranno argomenti di confronto nel prosieguo della trattativa, fermo restando per la Uiltucs il protagonismo territoriale, oltre ad un approccio realistico per ridurre la precarietà.
Le tre federazioni nazionali, sul part-time, hanno chiesto di rivedere l’orario minimo innalzandolo, e la Uiltucs di normare il part-time speciale a 30 ore per assicurare salario e previdenza aggiuntiva ai part-time involontari.
In tema di classificazione, le organizzazioni sindacali hanno chiarito l’indisponibilità ad abbassare i salari usando una leva impropria.
Sulle politiche di genere, la Uiltucs ha chiesto in ultimo di valorizzare il provvedimento di legge 162 del novembre 2021 sulla parità retributiva, e di intervenire contrattualmente per prevenire e affrontare discriminazioni di varia natura individuando un figura apposita che possa interloquire con l’impresa, in analogia al ruolo dei rappresentanti dei lavoratori in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Federdistribuzione si è riservata un approfondimento di merito su tutti gli argomenti e la trattativa è stata aggiornata al prossimo 21 settembre.
Paolo Andreani, segretario generale aggiunto Uiltucs, ha evidenziato l’esigenza di un cambio di passo.
“Dobbiamo aumentare i salari”, ha detto. “Occorre ridurre la precarietà della prestazione lavorativa – ha aggiunto – che in molte imprese della moderna distribuzione organizzata è un fatto concreto”.
Sulla trattativa in corso Andreani ha poi sottolineato come “l’eccessiva flessibilità delle ore lavorate, la discontinuità del lavoro e i contratti a poche ore svalorizzano il lavoro”. “Federdistribuzione – ha concluso – deve dimostrare quale responsabilità sociale d’impresa mette in campo”.