Ue, lavoro su piattaforme digitali: al via consultazione delle parti sociali
La Commissione europea ha avviato la prima fase di una consultazione delle Parti Sociali sulla questione di come migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite piattaforme di lavoro digitali.
Il lavoro tramite piattaforme è in rapido sviluppo nell’Ue, in un numero sempre maggiore di settori di attività. Può offrire maggiore flessibilità e più opportunità di lavoro e di reddito aggiuntivo anche a coloro che potrebbero avere maggiori difficoltà a entrare nei mercati del lavoro tradizionali.
Però, a ben vedere, alcuni tipi di lavoro tramite piattaforma sono associati a condizioni di lavoro precarie, che si manifestano nell’assenza di trasparenza e prevedibilità degli accordi contrattuali, in problemi di salute e sicurezza e nell’insufficiente tutela sociale.
Altri problemi collegati al lavoro tramite le piattaforme, sono la dimensione transfrontaliera e la questione della gestione mediante algoritmi.
La crisi del coronavirus ha accelerato la trasformazione digitale e l’espansione dei modelli di attività basati su tali piattaforme nel mercato interno. Alcune piattaforme hanno svolto un ruolo importante nel garantire l’accesso ai servizi durante i periodi di lockdown.
Al contempo, però, la crisi sanitaria ha ulteriormente messo in evidenza la situazione vulnerabile di coloro che lavorano nell’economia delle piattaforme, sia in termini di esposizione a rischi per la salute e la sicurezza che di limitatezza delle tutele sociali e delle prestazioni corrispondenti.
Questi sviluppi e la natura transfrontaliera delle piattaforme digitali hanno ulteriormente evidenziato la necessità di un’iniziativa dell’Ue per migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano tramite tali piattaforme.
L’obiettivo di questa prima fase della consultazione delle Parti Sociali è stato quello di raccogliere le loro opinioni sulla necessità e la direzione delle possibili azioni dell’Ue per migliorare le condizioni di lavoro in tale settore. La consultazione è stata aperta per almeno 6 settimane a partire da fine febbraio 2021.
L’articolo 154, paragrafo 2, Tfue prevede una consultazione in due fasi delle parti sociali per proposte nel settore della politica sociale sulla base dell’articolo 153 Tfue.
A meno che le parti sociali non decidano di avviare negoziati tra di loro dopo la prima o la seconda fase della consultazione, la Commissione intende proporre un’iniziativa legislativa entro la fine dell’anno.
Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per il portafoglio “Un’Europa pronta per l’era digitale”, ha dichiarato: “L’era digitale spalanca le porte a grandi opportunità per le imprese, i consumatori e i cittadini. Le piattaforme possono contribuire alla ricerca di un nuovo lavoro e alla sperimentazione di nuove idee imprenditoriali. Allo stesso tempo, dobbiamo garantire che i nostri valori europei siano correttamente integrati nell’economia digitale. Dobbiamo assicurarci che queste nuove forme di lavoro rimangano sostenibili ed eque”.
In linea anche Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, che ha affermato: “Con la transizione digitale già in corso non possiamo perdere di vista i principi basilari del nostro modello sociale europeo. Dovremmo valorizzare al massimo il potenziale occupazionale delle piattaforme digitali ma anche garantire dignità, rispetto e tutele alle persone che le usano per lavorare. Le opinioni delle parti sociali saranno essenziali per mettere a punto un’iniziativa equilibrata dedicata al lavoro tramite piattaforme digitali nell’Ue”.