Unicoop Tirreno, Cia insostenibile. UILTuCS: “No a riduzione salari”
Durante la riunione del 5 settembre 2017 Unicoop Tirreno annuncia la riduzione dei costi (superamento del Contratto integrativo aziendale) con un taglio dei “rami secchi” grazie a una cessione a terzi (10 punti vendita con 270 lavoratori nel Lazio) e guarda all’aumento delle vendite per riportare la gestione caratteristica in attivo entro il 2020.
La Cooperativa che nel 2017 ha realizzato vendite per circa 950 milioni di euro, con un risultato di esercizio in perdita di 23,5 milioni di euro, materializza un margine operativo negativo per circa 13 milioni di euro.
Tale risultato era previsto e malgrado il primo semestre del 2018 riscontra un andamento coerente con le previsioni di bilancio anche mettendo in evidenza leggeri scostamenti positivi relativi al margine operativo.
La cooperativa ha dichiarato di voler agire sul costo orario per ridurlo. Il costo del Cia che ammonterebbe a oltre 10 milioni di euro l’anno è stato giudicato insostenibile, e l’accordo quadro del maggio 2017 sulla gestione della crisi definito ormai superfluo.
La cooperativa deve dimostrare che occupazione e livelli salariali rappresentano un fattore da salvaguardare per un positivo rilancio della cooperativa.
“No alla riduzione dei salari. La cooperativa si impegni a ridurre le differenze inventariali il cui valore (6/7 milioni di euro) è pari a quello del Cia. La cessione a terzi di numerosi punti vendita con relativo personale mette in evidenza l’inefficacia delle politiche del piano industriale varato nel 2017. Lo sviluppo del franchising ridefinisce l’identità della cooperativa stessa. Il sindacato non può partecipare a un disegno che penalizza nuovamente occupazione e salari”, commenta così il segretario Paolo Andreani della Uiltucs Nazionale.