Voucher, i sindacati scrivono a Di Maio: l’appello sui principali quotidiani
Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non ha ancora risposto alla lettera con cui Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, hanno motivato la loro netta contrarietà all’allargamento indiscriminato dell’uso dei voucher nel settore del Turismo.
Al Ministro vogliamo porre ora queste quattro semplici domande.
- Come si può dichiarare guerra alla precarietà e nel frattempo ampliare l’utilizzo di uno strumento che compromette tutele e diritti dei lavoratori a partire da quelli più giovani?
- Liberalizzando l’utilizzo dei voucher si creerebbe all’interno dello stesso Settore – e anche delle stesse aziende – un dualismo tra lavoratori “inclusi”, con tutti i diritti (come il pagamento della maternità e della malattia, un orario di lavoro certo, le ferie, i permessi e molte altre tutele e garanzie) ed i trattamenti economici previsti (come la retribuzione mensile, la tredicesima e la quattordicesima mensilità) dal CCNL di Settore, e lavoratori “esclusi” ai quali questi diritti e questi trattamenti economici sarebbero del tutto preclusi. È giusto creare per decreto lavoratori di serie A e d serie B?
- Abbiamo elencato nella nostra lettera al Ministro tutti gli strumenti di flessibilità che negli anni abbiamo contrattato per regolare il lavoro stagionale nel Turismo ed i picchi di attività per le imprese che invece sono aperte tutto l’anno. Questi strumenti sono già di per sé spesso gravosi per i lavoratori. C’è davvero necessità di regalare alle imprese altra flessibilità non contrattata che consentirà di pagare meno e di utilizzare a piacimento chi lavora?
- Nonostante il Turismo valga il 12% della ricchezza del Paese tutti i giorni registriamo episodi di lavoro nero e irregolare. Questi fenomeni andrebbero contrastati con maggior decisione, perché una occupazione di qualità è sinonimo di una offerta turistica di qualità. I voucher non rischiano di soffocare il lavoro buono e istituzionalizzare quello cattivo?
Per noi queste quattro domande hanno un’unica risposta: il settore del Turismo ha bisogno di investimenti, politiche di sviluppo, lavoro di qualità e di salari dignitosi non di istituti normativi che rendono il lavoro più precario ed il destino di tanti lavoratori più incerto.
Signor Ministro, Lei COSA RISPONDE?
Siamo ancora in tempo per imprimere un cambiamento e una svolta ad un provvedimento sbagliato ed iniquo.
Noi come sempre siamo pronti al confronto.
FEDERAZIONI NAZIONALI LAVORATORI COMMERCIO TURISMO E SERVIZI
FILCAMS CGIL FISASCAT CISL UILTuCS UIL