Zara: le critiche della UILTuCS
Venerdì 21 marzo si è tenuto l’incontro concordato con Zara per riprendere la discussione sulle tematiche contenute nelle piattaforme rivendicative presentate dalle tre Federazioni nazionali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. La discussione ha affrontato nello specifico le seguenti questioni:
a) il rafforzamento delle relazioni sindacali a livello di punto vendita;
b) la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
c) chiarimenti sull’attuale sistema di incentivazione aziendale (“unilaterale”) e possibilità di rafforzarlo e di affiancarlo con altri di origine contrattuale, che magari facciano un particolare riferimento ai momenti di più intensa attività dei punti vendita (ad esempio, il periodo dei “saldi”);
d) salute e sicurezza (discussione già iniziata ed interrotta, ma da riprendere).
La risposta dell’azienda è stata:
è possibile disciplinare meglio le relazioni sindacali, anche se adesso c’è già un accordo; comunque, a livello di punto vendita, le relazioni si devono fondare su un principio: le attività sindacali si devono fare fuori orario di lavoro o utilizzando permessi, mentre ora è un continuum di discussioni tra rsa e capinegozio;
siamo d’accordo a rendere più uniforme la informativa sui “somministrati”, mentre, per gli appalti, i cambi vengono comunicati solo se comportano un impatto occupazionale (“i lavoratori degli appalti non sono –comunque- “colleghi”);
conciliazione vita-lavoro va bene, ma solo se non aumentano i costi aziendali: ad esempio, si può prevedere, per le “neo-mamme” un’aspettativa non retribuita fino ai due anni di vita del bambino;
altra iniziativa possibile è quella di anticipare il Tfr, a prescindere dall’anzianità di servizio;
no a maggiorazioni del lavoro domenicale, mentre sul “festivo” è possibile riversare quanto risparmiato dalla non assunzione di “”somministrati”, purchè si raggiunga una percentuale alta di adesioni (60%) nel negozio.
La Uiltucs ha voluto esprimere la propria critica alle posizioni aziendali ed ha voluto mettere in evidenza come, quando si usano parole come “contratto integrativo” bisogna essere ben sicuri di non usarle a sproposito. La Uiltucs, infatti, nel mentre si è detta disponibile a continuare la discussione, ha voluto però ribadire con fermezza di non essere disposta a sottoscrivere un accordo “integrativo” a costo zero. Difatti questo è stato il filo conduttore di tutte le risposte dell’azienda, nonostante vanti di essere tra le aziende più “positive” sul mercato. Perfino l’incentivo sui festivi, che i lavoratori non sono obbligati a lavorare, viene legato alla condizione di non comportare oneri aggiuntivi. Le organizzazioni sindacali hanno, quindi, alla fine comunicato all’azienda di riservarsi di presentare una nota scritta su tutti i problemi affrontati, per ottenere da Zara risposte precise e non evasive. Per questo la riunione è stata aggiornata al prossimo 13 maggio.