Appalti, premiare chi applica i contratti nazionali: l’appello di Uni Global
“Nessun contratto pubblico senza contratto collettivo” è il significativo titolo della campagna Uni Global Union, sostenuta in Italia anche dalla Uiltucs.
L’iniziativa, che contempla una petizione (puoi sottoscriverla cliccando qui https://actionnetwork.org/forms/nessun-contratto-pubblico-senza-contratto-collettivo) nasce evidenziando i dati delle spese, di Governi e istituzioni pubbliche della Ue: 2.000 miliardi di euro per beni e servizi forniti da imprese private.
“Questo denaro – si legge nel testo – può giocare un ruolo determinante nel migliorare le condizioni dei lavoratori. Invece, quello che succede è che spesso questi finanziamenti contribuiscono alla corsa al ribasso dei salari. Questo perché le regole degli appalti pubblici sono distorte per favorire il prezzo rispetto a tutto il resto. Così le aziende per risparmiare sui costi riducono le condizioni di lavoro dei lavoratori e fanno questo sopprimendo i diritti fondamentali di contrattazione collettiva”.
L’Europa e l’Italia si stano muovendo per cambiare le regole: gli appalti pubblici potrebbero (e dovrebbero) essere utilizzati per offrire un lavoro dignitoso! E questo può succedere solo se le persone hanno voce in capitolo sul proprio lavoro.
Per questo sosteniamo la richiesta di un cambiamento delle regole Ue sugli appalti pubblici, per far in modo che nessun contratto pubblico sia dato alle aziende che non hanno contratti collettivi.
Positivo il commento di Emilio Fargnoli, segretario nazionale Uiltucs che segue i rapporti internazionali, che ribadendo la necessità di premiare chi applica i contratti collettivi nazionali, ha rimarcato il ruolo fondamentale della contrattazione in generale, strumento essenziale per dare nuova linfa al lavoro e punto di ripartenza per una ripresa economica sana e duratura.