Auchan, il testo dell’audizione al Senato
Spett.le
SENATO DELLA REPUBBLICA
Commissione lavoro, previdenza sociale
Sottocommissione sulle ricadute
occupazionali delle ristrutturazioni aziendali
Nota relativa alla procedura di licenziamento collettivo per complessivi 1.426 lavoratori a tempo indeterminato avviata da Auchan S.p.A. in data 24 aprile 2015 consegnata in occasione dell’Audizione del 6 maggio 2015
Le motivazioni addotte dall’Azienda a giustificazione della dichiarata eccedenza di personale (riconducibili in sostanza alla crisi economica che il Paese attraversa da oltre 5 anni, con il conseguente calo dei consumi, all’incrudimento del quadro concorrenziale nel settore della commercializzazione dei beni di largo consumo e alla diminuita attrattività del format ipermercati) sono senza dubbio dati di fatto presenti.
Non mancano però responsabilità dirette dell’azienda, riconducibili innanzitutto a politiche commerciali quanto meno discutibili adottate nel corso degli ultimi anni nonché ad uno sviluppo della propria rete di vendita cervellotico, con la concentrazione di numerosi ipermercati in aree geografiche circoscritte, con il conseguente effetto di “cannibalizzazione” reciproca.
Esemplare il caso della città di Catania, dove Auchan nel corso degli ultimi anni ha aperto altri due ipermercati in aggiunta allo storico punto vendita di Misterbianco, situati tutti e tre a pochi chilometri di distanza. Casi analoghi sono riscontrabili nell’area di Napoli (5 ipermercati oggi, 6 fino a pochi mesi fa), Bari (3 ipermercati, 4 fino alla cessione di un punto vendita intervenuta ad inizio anno) e nell’area di Milano. Non a caso tali aree presentano la maggiore concentrazione di esuberi dichiarati dall’Azienda.
Nel corso degli anni a partire dal 2011, a fronte dell’aggravarsi dei dati di conto economico aziendale, le Federazioni sindacali di categoria del commercio aderenti a CGIL, CISL e UIL hanno cercato di fronteggiare le sofferenze dichiarate dall’azienda attraverso l’adozione di accordi volti al contenimento del costo del lavoro attraverso il ricorso a strumenti di ammortizzazione sociale conservativi (in primis contratti di solidarietà), come per altro riconosciuto dall’azienda nella lettera di avvio della procedura di licenziamento collettivo.
Oggi però, sebbene sia ancora possibile ricorrere a tali strumenti nella grande maggioranza dei punti vendita e già nei prossimi mesi essi possano essere adottati sulla generalità dei punti vendita medesimi in applicazione delle norme di legge vigenti in materia, l’Azienda dichiara la loro insufficienza e in forza dell’asserita strutturalità degli esuberi intende realizzare l’espulsione di centinaia di lavoratrici e lavoratori.
Nei mesi passati le medesime Federazioni sindacali di categoria hanno avviato un confronto con l’Azienda finalizzato ad evitare l’avvio di procedure di licenziamento collettivo.
L’Azienda ha però posto sul tavolo come condizione inderogabile per il non avvio della procedura di licenziamento collettivo una riduzione del costo del lavoro di 50 milioni di euro annui (pari al 15% circa del costo del lavoro complessivo) da realizzarsi attraverso: a) la sospensione in ogni sua parte della contrattazione integrativa in essere nell’azienda; b) la definizione di una procedura di mobilità incentivata e volontaria sull’intero perimetro aziendale; c) l’abbassamento di un livello d’inquadramento – con conseguente riduzione della retribuzione quantificabile in circa il 10% – per tutto il personale per un anno sull’intero perimetro aziendale, ma in via permanente e definitiva nelle unità produttive situate nel Mezzogiorno (Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna); d) sospensione almeno per il 2015 del pagamento della XIVsima mensilità in pagamento a luglio, pari al 7,14% della retribuzione annua.
A fronte della disponibilità delle organizzazioni sindacali ad affrontare i primi due punti posti dall’azienda, ma della problematicità evidente delle ulteriori richieste presentate per ragioni di equità e per l’impatto insostenibile sul reddito disponibile delle lavoratrici e lavoratori, di cui la maggioranza opera per altro con un contratto di lavoro a part-time di 20-24 ore settimanali, l’Azienda ha dichiarato il 12 marzo 2015 la propria indisponibilità a proseguire nel confronto.
Quindi, alla fine di marzo, ha proceduto al recesso unilaterale da tutta la contrattazione integrativa aziendale a fare data dal 1° luglio 2015 e il 24 aprile ha trasmesso la comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo oggetto della presente audizione per 1.426 lavoratori, pari al 12,5% della forza lavoro presente totale, distribuiti in 32 ipermercati dei 50 oggi attivi, oltre che nella sede di Rozzano (MI).
In particolare, la distribuzione regionale degli esuberi dichiarati è la seguente: Piemonte 67; Lombardia 332; Veneto 139; Sardegna 53; Marche 71; Abruzzo 37; Lazio 88; Campania 216; Puglia 143; Sicilia 267, per quanto attiene la rete di vendita, a cui si aggiungono ulteriori 45 esuberi dichiarati sulla sede di Rozzano, nelle sedi periferiche e nei depositi.
L’impostazione della comunicazione di apertura della procedura di licenziamento collettivo presenta un ulteriore aspetto a nostro giudizio estremamente delicato, idoneo a far intravedere un atteggiamento discriminatorio.
A eccezione degli esuberi dichiarati nelle sedi/depositi, tutti gli esuberi dichiarati nella rete di vendita (1.381 sui 1.426 totali) riguardano unicamente il personale addetto alle operazioni di vendita, mentre sono totalmente esclusi il personale di staff, servizi e direzione degli ipermercati, nonché tutti i capi reparto e capi settore.
Perfino nel caso del punto vendita di Cesano Boscone, inserito nella procedura per effetto della sua chiusura derivante dalla cessata locazione dell’immobile dove esso si trova situato, l’Azienda dichiara in esubero solo il personale addetto alle vendite inquadrato al IV e V livello contrattuale (144 persone), mentre sono esclusi dal licenziamento capi settore, capi reparto, personale di staff, dei servizi e di direzione (39 persone), con un’unica eccezione.
Foto: italia-24news.it