Carlson Wagonlit Travel, i nodi della riorganizzazione
Il 26 luglio si è tenuto l’incontro con Carlson Wagonlit Travel Italia in merito alla gestione della riorganizzazione delle sedi e a seguito della presentazione di una prima proposta di accordo da parte aziendale.
Per quanto riguarda il telelavoro, abbiamo rilevato positivamente che la precondizione che avevamo richiesto essere rispettata per il proseguo del confronto, ovvero che tutto il personale delle sedi in chiusura di Torino e Genova potesse accedere al telelavoro, è stata accolta da Carlson Wagonlit Travel.
Questo ci consente di garantire a tutti i dipendenti che si trovano distanti dalle sedi che rimarranno aperte di poter proseguire la propria attività da casa.
Abbiamo chiesto, a tal riguardo, venga chiarita la posizione dei lavoratori presso gli implant/presidi aziendali afferenti attualmente alle sedi in chiusura.
Abbiamo quindi avanzato alcune osservazioni sulla proposta aziendale, a partire da una miglior definizione dei destinatari dell’accordo.
L’azienda ha infatti proposto che la normativa in discussione sul telelavoro non riguardi coloro che già operano in questa modalità per i servizi Emergency e H24.
Abbiamo chiesto su questo punto che gli elementi di miglior favore, che verranno introdotti dall’accordo collettivo, siano recepiti per tutti i telelavoristi, escludendo invece coloro che godono di una condizione specifica legata allo svolgimento di particolari mansioni con conseguente riconoscimento economico contrattato individualmente.
Il confronto è proseguito sulle altre parti dell’accordo, relativamente ai materiali forniti al lavoratore, alle modalità di gestione dei guasti, al numero di rientri presso le sedi aperte e all’orario di lavoro.
Su questi aspetti non abbiamo rilevato distanze ma suggerito alcuni miglioramenti.
La proposta aziendale è invece carente su due aspetti: la salute e sicurezza sul lavoro e il riconoscimento economico.
Sul primo punto abbiamo chiesto di avviare un monitoraggio sull’impatto psicofisico del lavoro da casa.
Sull’aspetto economico abbiamo invece valutato come insufficiente la proposta aziendale, specificando che a nostro avviso la stessa non dovrebbe sostituire i buoni pasto, anche per un mero aspetto fiscale, ma sommarsi ad essi.
Per quanto riguarda lo smart-working, l’azienda ha proposto uno schema molto simile all’accordo esistente, con il solo ampliamento alle funzioni Customers (che includono il Meeting and Events) e aumentando a due le giornate di SW.
Abbiamo chiesto di rendere più flessibile la fruizione delle giornate e di limitare gli orari di lavoro per chi lavorerà su fasce ampie di disponibilità, al fine di delineare con precisione il diritto alla disconnessione (ad esempio indicando un orario massimo di ore giornaliere di connessione).
Infine abbiamo ribadito la nostra richiesta di estendere al TX lo smart-working anche considerando che, seppur la possibilità di telelavoro potrà essere estesa alle sedi che rimarranno aperte, è improbabile che questa possa raccogliere tutte le richieste che emergerebbero da un nuovo ritorno in presenza totale.
Le valutazioni sul punto sono legate, ovviamente, anche alla gestione delle misure contro il diffondersi della pandemia, che potrebbero imporre il proseguo dello smart-working d’emergenza.
Dopo questo primo confronto abbiamo comunicato la nostra esigenza di effettuare una prima verifica con lavoratori e lavoratrici e ci siamo riservati di inviare, al termine della verifica, un documento di riepilogo delle nostre proposte.
Il confronto è aggiornato a dopo il mese di agosto (9 settembre).