Cassa Colf per il Covid: quasi 10 milioni di euro in 2 anni

Cassa Colf per il Covid: quasi 10 milioni di euro in 2 anni per assistere e sostenere gli iscritti contagiati e ricoverati. Oltre 22.500 richieste di assistenza soddisfatte per oltre 14.300 lavoratori.
“I numeri di Cassa Colf per fronteggiare l’emergenza Covid dimostrano lo sforzo fatto come bilateralità del lavoro domestico”. Questo il commento di Mauro Munari della Uiltucs nazionale, presidente della Cassa.
Munari spiega come “continueremo a stare concretamente vicini, come struttura di welfare, ai nostri iscritti in difficoltà a causa della pandemia nei due anni terribili dal 2020 al 2022, anche in relazione agli scenari che si presenteranno”.
In due anni, dalla primavera del 2020 a quella del 2022, Cassa Colf, la cassa di assistenza sanitaria integrativa dei lavoratori e dei datori di lavoro domestici, ha erogato poco meno di 10 milioni di euro (oltre 9 milioni e 500 mila euro) a favore di colf, badanti e baby sitter iscritte alla struttura.
Le richieste relative alle prestazioni previste dalla Cassa sono state oltre 22.500: la maggior parte (9.800 circa) per positività del lavoratore, altre 4.400 per la genitorialità, con l’aggiunta di ulteriori 2.500 per positività con figli. Poco meno di 4.000 richieste per l’isolamento domiciliare per sospetto di positività. Oltre 1.200 richieste hanno riguardato ricoveri e terapie intensive.
I giorni indennizzati, nel complesso, sono stati circa 200mila.
I lavoratori che hanno potuto contare sul sostegno della Cassa sono stati oltre 14.300.
L’ammontare dei contributi, erogati a vario titolo e per le molteplici prestazioni previste, ha raggiunto la cifra di circa 10 milioni di euro: ben oltre la metà è stata impiegata per ristorare i lavoratori domestici positivi o in isolamento domiciliare.
A livello geografico, la stragrande maggioranza dei lavoratori indennizzati risiede nel Nord (per oltre 7 milioni di euro erogati). A seguire gli iscritti alla Cassa del Centro con circa 2 milioni di euro. Mentre Sud e isole si collocano sotto il milione di euro.
Sul piano delle nazionalità dei lavoratori richiedenti, ai primi posti si collocano i filippini (3.900 richieste), gli italiani (2.800 circa), i rumeni (1.900), i moldavi e gli ucraini (a quota mille).