Federdistribuzione: avviato il confronto sul salario
In occasione dell’incontro del 4 marzo 2014 Federdistribuzione ha esordito richiamando il contesto in cui ci troviamo ad operare: crollo dei consumi, crisi del settore, ribadendo che sarebbe indispensabile ripristinare le condizioni di redditività delle imprese, lamentando scarsa attenzione al riguardo da parte delle OO. SS. e ribadendo che non intendono diminuire il potere d’acquisto dei lavoratori. Sul versante del mercato del lavoro Federdistribuzione ha dichiarato di essere in attesa di novità da parte del nuovo Governo sia sul cuneo fiscale che sulle tipologie d’impiego e le regole. Cominciando ad affrontare le tematiche salariali, è stato sollevato il problema degli scatti d’anzianità, di cui si chiede il superamento ritenendo che queste risorse potrebbero essere meglio spese trasferendo risorse sul salario “fresco” e sulle politiche di sostegno al reddito nell’ambito della bilateralità. Proseguendo nell’analisi dei trattamenti economici aggiuntivi, Federdistribuzione ha richiamato l’attenzione sui terzi elementi provinciali e nazionale, che vorrebbe conservare solo per chi li ha già e toglierli ai futuri assunti; mentre ritiene che l’elemento economico di garanzia debba essere conservato e debba intervenire in assenza di contrattazione di secondo livello, a conferma del ruolo strutturale che attribuirebbero al secondo livello di contrattazione. Quanto alla parte economica in senso stretto, affrontandone solo le linee generali, Federdistribuzione ha dichiarato che i margini che sarà possibile conseguire dagli interventi complessivamente proposti a questo tavolo libereranno le risorse per poter riconoscere un aumento dei minimi contrattuali, che però dovrà essere in ogni caso commisurato alla situazione economica di contesto richiamata all’inizio negli importi e nella distribuzione nel tempo.
Come UILTuCS abbiamo replicato che cogliamo benissimo la situazione di crisi complessiva, facciamo ogni giorno decine di procedure di mobilità, licenziamento collettivo e cassa integrazione, e la prova ulteriore è la nostra piattaforma “minimalista”, a cui si continua a non fornire risposte. E’ la strutturalità degli interventi che Federdistribuzione propone che non ci convince. Abbiamo invitato Federdistribuzione a smettete di dire che non intende toccare il salario delle persone e che non è sua intenzione destrutturare gli elementi portanti del CCNL, ossia salario e orario di lavoro. Eliminare le 72 ore di ROL facendo tornare l’orario effettivo a 40 ore settimanali equivale ad incrementare l’orario di lavoro effettivo del 5,26% ovvero a risparmiare 700 euro all’anno in termini di compensazione economica, 2.100 euro in un triennio. Eliminare gli scatti implicherebbe mediamente un mancato salario di altri 434 euro a persona nel triennio, per un totale di oltre 2.500 euro a testa nel triennio, circa 55 euro al mese per 14 mensilità sui tre anni. Abbiamo dichiarato che gli scatti non sono un elemento desueto, in quanto solo grazie ad essi in questi ultimi 20 anni si è potuta realizzare una minima lievitazione del potere d’acquisto delle retribuzioni, a differenza di quanto avvenuto in altri settori da noi seguiti come il turismo e soprattutto la vigilanza privata.
Abbiamo colto la dichiarazione di voler conservare l’elemento di garanzia, ma ci chiediamo se questa disponibilità non sia frutto – insieme a quanto proposto in tema di flessibilità del mercato del lavoro ampliata e generalizzata al primo livello e solo ulteriormente estendibile al secondo – della volontà di non permettere un reale sviluppo del secondo livello di contrattazione nelle oltre 200 aziende aderenti a Federdistribuzione che non ne hanno o che l’hanno disdetta senza mostrare alcuna intenzione di rinnovarla. Abbiamo dichiarato che il banco di prova per dimostrare le reali intenzioni di Federdistribuzione sullo sviluppo del secondo livello di contrattazione sta nell’accoglimento della richiesta di piattaforma in ordine al diritto per le strutture territoriali delle nostre OO. SS. di indire le assemblee nei luoghi di lavoro anche in assenza di una rappresentanza sindacale. Quanto alle linee generali sulle tematiche salariali, il problema non è tanto il 2014 ma il 2013: ci dovete l’1,67% di recupero sul triennio passato e a confermarlo è la ricerca che Federdistribuzione ha commissionato ad Adapt e presentata alcuni mesi fa. In generale ci proponete una partita di giro, un rinnovo a costo zero, anzi, al risparmio.
Nel pomeriggio Federdistribuzione ha declinato le loro ipotesi in ordine ai temi della bilateralità, lasciando però l’argomento dei Fondi al prossimo incontro del 19 marzo. Le aziende hanno dichiarato che intenderebbero affrontare questo argomento nel CCNL a partire dall’accordo siglato nei mesi passati sulle commissioni di conciliazione, che andrebbe perfezionato nel futuro contratto e possibilmente collegato alla definizione di norme in materia di arbitrato. Sugli Enti Bilaterali ha dichiarato l’intenzione di costituire un unico soggetto giuridico nazionale che poi abbia delle sedi distaccate territoriali a livello regionale o di bacino, la contribuzione andrebbe centralizzata e le risorse andrebbero poi distribuite sui territori. Il territorio svolgerebbe ovviamente un ruolo centrale quale interlocutore dei poteri locali ed erogatore dei servizi alle imprese e ai lavoratori. Federdistribuzione ritiene importante che presso gli Enti si strutturino modalità di sostegno al reddito, e ha indicato quali ulteriori compiti degli Enti la conciliazione/arbitrato, il supporto alle aziende nella formazione obbligatoria e negli interventi di qualificazione e riqualificazione professionale.
Come UILTuCS abbiamo ribadito a premessa che, qualora si debbano prevedere nuove sedi di bilateralità, siamo per costituire una bilateralità a costo zero, e più esattamente che non siamo disponibili a togliere un solo centesimo alle risorse disponibili per il rinnovo di questo CCNL a tale fine. Questo implica che occorrerà ridurre al massimo la burocrazia: un Ente nazionale snello e sportelli territoriali snellissimi che non dovrebbero neppure essere presenti in tutte le Regioni, ma costituiti solo in presenza di una determinata massa critica. E da ciò derivano altre conseguenze, per altro previste anche nell’accordo interconfederale siglato con Confcommercio dalle nostre Confederazioni: incompatibilità, per evitare che ci sia gente con troppi cappelli e giacche a disposizione; i compensi, che sarebbe meglio che non ci fossero e limitarsi a dei semplici rimborsi per le spese effettivamente sostenute; norme cogenti di controllo sull’utilizzazione delle risorse a livello territoriale e potere di intervento fino allo scioglimento sulle sedi locali che dovessero violare le norme di indirizzo o risultare inefficienti.
Le parti si sono quindi aggiornate per il prossimo incontro previsto per il 19 marzo p.v. a Roma con inizio alle ore 11.
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