La Bilateralità sul tavolo Federdistribuzione
L’incontro del 19 marzo con Federdistribuzione per il rinnovo del CCNL del terziario aveva all’ordine del giorno i temi della bilateralità. Federdistribuzione ha esordito ricordando che già in occasione del precedente incontro del 4 marzo è stato affrontato il tema degli Enti Bilaterali per manifestare la propria insoddisfazione per le risposte che abbiamo fornito e per la dispersione di risorse economiche che attualmente si determina a loro dire, ribadendo che sarebbero propensi ad accantonare quanto dovuto dal lavoratore e dal datore di lavoro per poter partire un domani quando sarà definita la nuova bilateralità con una disponibilità finanziaria di base.
Quanto al welfare contrattuale nei suoi tre aspetti (salute, previdenza, formazione), Federdistribuzione ha ricordato di essersi avvalsa di una clausola del contratto attualmente vigente per cessare di corrispondere i contributi a EST, QuAS e Sanimpresa e sostituirli con un unico fondo che garantirebbe le medesime prestazioni, definendola una soluzione-ponte. Anche per il futuro penserebbero ad un unico fondo di assistenza sanitaria, che sarebbe il 4° su scala nazionale per numero di aderenti. Questo permetterebbe un notevole efficientamento delle risorse destinate a tale scopo.
Quanto alla previdenza integrativa, Federdistribuzione vorrebbe anche qui costituire un nuovo Fondo che potrebbe contare su un’adesione di base del 20% dei nostri dipendenti; conservare il medesimo livello di contribuzione previsto da Fonte e un’analoga ripartizione in 4 gestioni diverse. Hanno altresì dichiarato in questo caso di non pensare ad atti unilaterali.
Quanto alla formazione continua, anche qui hanno escluso ad atti unilaterali, anche grazie al fatto che c’è il conto individuale aziendale che garantisce alle imprese l’accesso ai fondi. Pensano però che si potrebbe fare di più e meglio. Non ritenendo utile fondare un nuovo Fondo interprofessionale, vedrebbero meglio un apparentamento con un altro fondo già esistente che garantisca una cabina di regia autonoma.
Come UILTuCS non abbiamo potuto esimerci dal prendere le mosse dalla questione degli Enti Bilaterali per ribadire che non siamo affatto disponibili a legittimare in alcun modo la cessazione della contribuzione agli Enti esistenti, accantonando le somme dovute in vista della costituzione di future sedi bilaterali. Abbiamo quindi ribadito a tale proposito e in linea generale che da parte nostra non abbiamo rinunciato alla preservazione dell’unicità del sistema della bilateralità in tutte le sue diverse forme ed articolazioni, esortando nel contempo le aziende a non compiere ulteriori atti unilaterali e illegali come quelli messi in essere nel campo dell’assistenza sanitaria integrativa.
Per di più, in ordine all’assistenza sanitaria integrativa, abbiamo segnalato la circostanza che cominciano a pervenire segnalazioni di non perfetta coincidenza quanto a prestazioni erogate dal fondo unilaterale di Federdistribuzione rispetto ai fondi contrattuali EST e QuAS. Stiamo facendo delle verifiche, rese più complesse dal fatto che non ci è stata consentita neppure una comparazione tra i nomenclatori, allo stato non ci sentiamo di ritenere garantite prestazioni equivalenti, indipendentemente dalla ribadita illegittimità dell’atto unilaterale compiuto.
In tema di previdenza integrativa, abbiamo affermato che Federdistribuzione non pensa qui ad atti unilaterali per il semplice motivo che non è in grado di attuarli. In questo caso infatti è il lavoratore che decide a quale fondo categoriale iscriversi, e l’azienda aderisce ad esso solo in quanto sono i suoi lavoratori a farlo, non viceversa. Un’azione per spostare adesioni su fondi di origine non contrattuale comporterebbe il venir meno per i lavoratori dei benefici contributivi e fiscali che sono riconosciuti esclusivamente ai fondi di emanazione contrattuale. E già successo e ci siamo opposti validamente. L’ipotesi di costituire un nuovo fondo non ci convince affatto. Al di là della sua sostenibilità, noi tuteliamo i lavoratori dell’intero settore e la fuoriuscita di decine di migliaia di aderenti rischierebbe di danneggiare le centinaia di migliaia di persone che resterebbero in Fonte, data la centralità della massa critica e del volume della raccolta per la profittabilità di un fondo previdenziale. Inoltre, l’ipotesi è in controtendenza rispetto a quanto stiamo facendo altrove, dove spingiamo per far confluire i fondi più piccoli nell’alveo del fondo maggiore, ossia di Fonte, proprio per garantire una maggiore profittabilità e ridurre i costi.
Quanto alla formazione continua, abbiamo manifestato il nostro stupore alla notizia che Federdistribuzione penserebbe di aderire a un altro fondo costituito dalle nostre confederazioni che garantisca loro una presenza negli organi gestionali, pur riconoscendo che For.Te. è positivamente operativo e soprattutto dopo che proprio le aziende aderenti a Federdistribuzione negli anni passati hanno pesantemente influito sulle disposizioni che regolano la vita del Fondo medesimo, come nel caso della definizione e successiva modifica delle disposizioni regolanti il conto individuale aziendale.
Abbiamo ribadito infine, in linea generale, che:
- le questioni della bilateralità sono un di cui del contratto e solo quando avremo un contratto potremo analizzare i dettagli che Federdistribuzione pretenderebbe di analizzare ora;
- la nostra volontà è quella di garantire al massimo le tutele in atto per i lavoratori del settore complessivamente inteso e che non siamo per nulla disposti a farci ingolosire dalla moltiplicazione di sedi della bilateralità e di poltrone da essa conseguente;
- che non siamo interessati a disperdere anche un solo centesimo del presente rinnovo contrattuale per finanziare duplicazioni inutili di sedi bilaterali.
Le Parti si sono quindi aggiornate al 15 aprile prossimo. Federdistribuzione ha chiesto che in quella occasione siano presenti anche i Segretari Generali di Filcams, Fisascat e UILTuCS.
Foto: rivistainnovare.com