Lavoratori Metro in piazza a Firenze, l’11 sciopero e manifestazione
Uiltucs Toscana: “A Firenze e Sesto fiorentino l’azienda fa pressing sui lavoratori”
Clima pesantissimo, nei negozi Metro Italia Cash&Carry a Firenze e Sesto Fiorentino, con pressioni su alcuni lavoratori, mancato rispetto del contratto collettivo nazionale e nessun dialogo, insistenze per far lavorare i dipendenti la domenica a piacimento dell’azienda e molto altro.
Una situazione al limite, che va avanti da quando Metro ha disdettato unilateralmente il contratto integrativo aziendale, e alla quale la Uiltucs Toscana ha deciso di rispondere con forza: sciopero e manifestazione.
La mobilitazione e lo stop dei lavoratori, con un presidio di protesta sotto la Regione Toscana in via Cavour, sono previsti il prossimo 11 ottobre a partire dalle 9.30, quando i lavoratori e le lavorartici, chiederanno un incontro con il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani per affrontare una situazione “insostenibile e fortemente stressante per i lavoratori”.
Lo spiega il sindacalista che si occupa della vertenza, Simone Bigheretti della Uiltucs Toscana, organizzazione sindacale che rappresenta la maggior parte dei lavoratori di Metro e che già da tempo tenta, invano, un dialogo con l’azienda.
“Prima di decidere id scendere in piazza ci abbiamo provato in ogni modo. E’ stato lo scopo di questi mesi: tentare di trovare una soluzione e dialogare con l’azienda. Ma Metro fa orecchie da mercante, e ora basta!. Siamo arrivati al limite e non possiamo più subire pressioni, non possiamo stare fermi davanti a lavoratori colpiti da provvedimenti disciplinari ingiusti e dal carattere ricattatorio. Non solo. I lavoratori vengono ingiustamente ‘obbligati’ a lavorare la domenica. Sono costretti a far cose che non sono previste dal contratto, non ne possono più, ci sono molti casi di stress. E’ arrivato il momento di informare l’opinione pubblica di questa difficile situazione”.
“Ci sono grandi problemi – conclude il segretario generale della Uiltucs Toscana Marco Conficconi – soprattutto perché Metro interpreta erroneamente, e come fa comodo all’azienda, il contratto collettivo nazionale: il risultato è una pressione continua sui lavoratori. Non ci fermeremo finché Metro non ci consentirà di confrontarci correttamente e seriamente per risolvere le numerose problematiche sofferte quotidianamente dalle lavoratici e dai lavoratori”.