Unicoop Tirreno, andamento aziendale: dopo 12 anni torna il salario variabile

Il 5 luglio 2022, le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno incontrato la direzione di Unicoop Tirreno per effettuare, come previsto dalla contrattazione collettiva applicata dalla predetta impresa cooperativa, l’incontro informativo concernente andamenti e risultati dello scorso esercizio.
Vi è da osservare preliminarmente che il 2021 è stato il secondo anno consecutivo nel quale Unicoop Tirreno ha chiuso il bilancio in utile. E già questo rappresenta un elemento tutt’altro che banale e scontato.
Il piano di risanamento intrapreso nel 2017 – per riallineare il rapporto fra prestito sociale e patrimonio netto – sta certamente dando i frutti auspicati; per il prosieguo, al fine di garantire al massimo la tenuta occupazionale dell’impresa cooperativa, sarà necessario non invertire tale tendenza, ma consolidarla.
L’esercizio 2021, comunque, ha rappresentato un significativo passo in avanti compiuto da UTI, in termini di investimenti, costi straordinari sostenuti contro il Covid, vendite, margine operativo e altri andamenti di gestione seppur con alcuni dati disomogenei.
Il 2021, in estrema sintesi, ha confermato un buon andamento della gestione caratteristica che si è realizzato soprattutto grazie al contributo delle lavoratrici e dei lavoratori di UTI.
Nel 2021 il lavoro somministrato si è attestato all’11,01% delle ore complessivamente lavorate; lo straordinario e supplementare a 286.000 ore; 390.000 ore sino state invece le assenze per malattia e infortunio.
Restano, tuttavia, delle “ataviche” disomogeneità territoriali in tema di andamento gestionale.
Purtroppo, si addensano delle ombre sull’andamento della gestione nell’anno corrente; infatti, i dati relativi ai risultati conseguiti sino al mese di maggio 2022 farebbero registrare, tra l’altro, una decrescita delle vendite e un margine commerciale in contrazione.
Come è stato già affermato, i confronti sono stati fatti da UTI solo col budget; i sindacati hanno richiesto di avere un raffronto con i dati omogenei del 2021, al fine di poter disporre di maggiori informazioni relativamente ad una tendenza che, se dovesse essere confermata anche nella seconda metà del 2022, certamente sarebbe preoccupante.
La Cooperativa ha inoltre dichiarato di avere dei problemi nel trovare lavoratori disponibili a lavorare durante la stagione estiva.
La stagionalità, com’è noto, é da sempre importante per Unicoop Tirreno, stante la presenza di molti suoi punti vendita in località turistiche, pertanto, sarebbe obiettivamente un problema serio non poter garantire un servizio di vendita efficiente nei predetti negozi.
Comunque sia, dopo 12 anni, alla luce dei risultati del 2021, Unicoop Tirreno torna ad erogare salario variabile.
Secondo il contratto integrativo aziendale, il salario variabile è destinato a tutti i lavoratori con almeno un anno di lavoro in Cooperativa (ossia già assunti al 14 gennaio) ed in forza a luglio 2022 (mese della erogazione effettiva); il Premio è legato all’effettiva presenza del lavoratore (e per effettiva presenza di intende: presenza effettiva+ferie+permessi legge 104+permessi sindacali).
Inoltre, il salario variabile collettivo è legato agli obiettivi di vendite, di produttività, di riduzione delle differenze inventariali ed è altresì subordinato alla presenza individuale
(almeno 312 giorni di presenza – considerata come testé enunciato – danno diritto al premio).
Si è stabilito di proseguire il confronto sulle forme di incentivazione per propiziare gli esiti volontari dalle ore 9:30 del prossimo 25 luglio, mentre non sono state fissate ulteriori date per approfondire le parti attuative del Contratto integrativo aziendale che non sono state ancora realizzate, né per discutere delle eventuali misure che UTI intende mettere in atto per provare ad invertire la tendenza che i risultati gestionali del 2022 stanno evidenziando.
Certamente il 2021 è stato un anno positivo per gli aspetti summenzionati, ma occorre non abbassare la soglia di attenzione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori rispetto all’andamento dell’anno in corso, in quanto le inefficienze e le perdite della gestione caratteristica potrebbero vanificare quell’accordo – peraltro raggiunto con sacrificio e a seguito di uno sforzo notevole di parte sindacale – relativamente alla difesa del perimetro occupazionale.